Iron Jannik

Nel quarto teoricamente presidiato da Zverev si scatena la bagarre, perché il tedescone si è fatto eliminare da Ruusuvuori, Goffin è uscito e Dimitrov con lui, per cui Sinner e Khachanov possono approfittare di un tabellone sguarnito.
Bene, se tutta la partita andrà come i primi due game, domani saremo ancora qui, se tutte le partite andranno come le prime, un giorno parleremo di Sinner Khachanov come di un grande classico. Il secondo game va diretto in antologia: dopo 17 minuti e 44 secondi di botte e otto palle break, Sinner strappa il servizio all’avversario e si porta sul 2-0. La reazione del russo è veemente e frutta uno 0/40, ma il controbreak non può arrivare in questo modo banale, così Sinner recupera e si porta in vantaggio prima di cedere la battuta. Si prosegue con Jannik che va sotto 3-2, poi recupera e si concede persino un gioco facile al servizio per il 4-3 (minuto 51). Nei due game seguenti fioccano altre palle break, ma Sinner non le trasforma, il russo sì e così si trova a servire per il set sul 5-4 dopo un’ora e cinque minuti. Jannik oscilla, boccheggia, infine cede; il semplice 6-4 non dice abbastanza di un parziale davvero duro e scorbutico a livello fisico. La differenza sembra tutta qui: esperienza, resistenza, gestione delle energie, pellaccia.

Anche il secondo set comincia all’insegna della sofferenza ma Jannik, che sembra stare in piedi per grazia divina, annulla una palla break e si porta avanti nel punteggio, subito raggiunto dal russo nel primo game a zero del match. Notizia sensazionale: anche Jannik tiene la battuta a zero, ossigeno e refrigerio mentale sotto il sole implacabile di Miami. Arriviamo zoppicando al 4-4, in zona nonsipuòpiùsbagliare e Jannik non sbaglia, prontamente raggiunto da Karen. Sul 5-5 Sinner sciupa un 40/15 poi con un doppio fallo si affaccia sul baratro di questo match, si salva senza la prima e poi con due buoni servizi rimette il muso avanti. Khachanov rimane concentrato: sarà tiebreak. Bellissima volée di Jannik per il minibreak del 2-1, sul 4-1 Sinner prende quattro volte la riga di fondo ma Karen si difende senza fare una piega e si cambia campo sul 4-2. Adesso Jannik afferra le redini dello scambio e raddoppia il vantaggio, poi va a set point sul 6-2 grazie al dritto sbagliato del russo e la chiude subito con una buona discesa a rete: 7-6 che ha del miracoloso.

Nel terzo set il confronto si sposta dal piano fisico a quello mentale, perché entrambi sono oltre la stanchezza e sanno che il primo passo falso sarà fatale.
Sul 4-4 e servizio Khachanov, Jannik recupera da 40/15, poi si porta a palla break con un incredibile recupero sulla palla corta di Karen e come d’incanto si materializza la possibilità di servire per il match. Anche in quest’ultimo game la racchetta di Jannik si trasforma in stampella per qualche istante, ma al momento buono è in grado di chiudere i conti con un servizio vincente.
Due ore e cinquanta di lotta, 228 punti (due in più per Sinner), 23 palle break totali di cui 6 concretizzate, insomma un match equilibrato e duro come ampiamente prevedibile. Ora gli ottavi di finale contro il ventunenne Ruusuvuori: Jannik parte favorito ma non ha certo dimenticato che l’unico precedente, datato 7 gennaio 2020, è stato un doppio 6-3 piuttosto netto per il finnico.

Exit mobile version