L’ascesa del britannico che sfida Musetti per un posto nella storia
Questa sera, al Mutua Madrid Open, Lorenzo Musetti troverà di fronte uno degli avversari più temuti del momento: Jack Draper, pronto a giocarsi la semifinale in un match che ha il sapore della svolta. Con il suo tennis potente e sempre più adattabile, il britannico è diventato una delle stelle più luminose del 2025. Lunedì sarà ufficialmente numero 5 del mondo, secondo mancino a raggiungere tale traguardo nel XXI secolo dopo Rafael Nadal. Un dato che dice tutto.
Una crescita costante, nonostante gli ostacoli
La carriera di Draper, 23 anni, non è stata lineare. I numerosi infortuni degli anni passati hanno rallentato la sua esplosione, ma ora il suo tennis sembra finalmente aver trovato un equilibrio vincente. “Verso la fine dello scorso anno ho iniziato a concretizzare la mia idea di gioco. Fisicamente e mentalmente mi sento più forte, e questo si riflette nei risultati”, ha dichiarato in conferenza stampa alla vigilia del match con Musetti.
Il 2025 lo ha già visto trionfare a Indian Wells, il suo primo Master 1000. E ora, dopo aver dominato contro Matteo Arnaldi, punta dritto alla finale sulla terra rossa di Madrid. Una superficie su cui, fino a poco tempo fa, sembrava un’incognita.
Sulle orme di Nadal… ma con stile proprio
Nonostante sia cresciuto sui campi in erba e cemento, Draper sta mostrando progressi impressionanti sulla terra. Un’evoluzione che lui stesso attribuisce in parte all’esempio del campione maiorchino: “Sono cresciuto guardando Rafael Nadal. Anche se non ho mai pensato di essere come lui sulla terra, posso imparare dal modo in cui imponeva il gioco con il dritto e intimidiva gli avversari”, ha spiegato. Il paragone è inevitabile, anche per un dato curioso: entrambi sono destrimani nella vita quotidiana ma giocano con la sinistra, una particolarità che li accomuna e li distingue nel circuito.
Draper è ora il secondo mancino a entrare nella top 5 ATP dal 2000, un risultato che sottolinea quanto sia raro oggi trovare giocatori mancine ai vertici. Prima di lui, solo Nadal era riuscito in questa impresa. E se si guarda alla storia del tennis, dal 1973 ad oggi solo 16 mancini hanno raggiunto le prime cinque posizioni del ranking, tra cui nomi leggendari come Connors, McEnroe, Vilas e Rios.
Tecnica, potenza e consapevolezza
Lo stile di gioco di Draper è caratterizzato da colpi pesanti, difese solide e un servizio che, secondo lui, può ancora migliorare. “Al servizio sento di avere ancora molta strada da fare. Forse pensavo di dover cambiare drasticamente per diventare un top player, ma ho capito che dovevo solo essere costante e avere fiducia nel lavoro”, ha detto.
Un altro tema che lo sta a cuore è quello del calendario sempre più fitto del circuito. “Spero che l’ATP e le altre componenti del tour trovino un modo per dare più spazio all’allenamento e alla cura del corpo. Tanti giocatori hanno cali di rendimento proprio perché si esagera con i tornei”, ha concluso, lanciando un appello che suona come un messaggio di maturità e leadership.
Musetti-Draper: non solo semifinale, ma sfida generazionale
La semifinale contro Lorenzo Musetti rappresenta molto di più di un semplice passaggio di turno. Per il carrarino è l’occasione per raggiungere la sua seconda finale consecutiva in un Masters 1000, per Draper invece è la possibilità di consolidare la propria posizione tra i grandi del tennis e dimostrare che anche la terra battuta può essere terreno fertile per la sua scalata.
Due stili opposti, due percorsi diversi, ma un unico obiettivo: la finale di Madrid. E in palio c’è anche qualcosa di più, il testimone lasciato da Rafa Nadal, che cerca nuovi protagonisti capaci di imporsi, anche con la sinistra.