Jannik Sinner è già in Top-200, imparare è la prima virtù per diventare i campioni di domani

Jannik Sinner

Cinque anni fa, mentre Rafael Nadal e Novak Djokovic, vincevano, proprio come oggi, rispettivamente al Roland Garros e a Wimbledon, Jannik Sinner lasciava San Candido per trasferirsi a Bordighera. Dopo anni di allenamenti con Riccardo Piatti e Massimo Sartori, Sinner, in attesa di compire i 18 anni il prossimo 18 agosto, è oggi il migliore Under 18 al mondo. Da lunedì l’altoatesino è diventato il primo tennista classe 2001 ad entrare nella Top-200. Un altro tassello importante di un’ascesa annunciata e cominciata a febbraio con la vittoria nel Challenger di Bergamo. Cinque mesi dopo quella vittoria, da wild card, su cemento, Sinner è migliorato visibilmente settimana dopo settimana. A Budapest da lucky loser è arrivato anche il primo match vinto nel circuito maggiore, contro Mate Valkusz. Da wild card, passando per le prequalificazioni, ha battuto anche un giocatore esperto quale Steve Johnson nel primo turno del main draw degli Internazionali d’Italia. Il 17enne prodigio ha ora addosso gli occhi di tutto il mondo, ed eliminando Pedro Sousa nel match d’esordio ad Umago, si è guadagnato la 199esima posizione del ranking mondiale. Nella Race verso le Next Gen Finals di novembre l’italiano è 13esimo, ancora lontano dalla settima piazza che gli garantirebbe la qualificazione. Dopo mesi di progressi strabilianti, Sinner però tornerà ora sul cemento. Una superficie che dovrebbe aiutarlo ancora di più nell’avvicinamento alla Top-100. L’obiettivo a breve termine è quello di arrivare preparati allo Us Open, per tentare la prima qualificazione in carriera in un Major.

CINQUE MESI D’ORO – Perfino i più appassionati non sapevano moltissimo di Jannik Sinner, quando arrivò a Bergamo a febbraio da 546 del mondo. Un ragazzo che insieme a Riccardo Piatti e Andrea Volpini ha scelto di non tuffarsi nel Tour Junior, per tentare la scalata più difficile. Partire direttamente dai Futures per costruirsi la classifica, cimentandosi in avversari quindi più esperti, obbligato perciò da subito a chiedere tanto alla propria ambizione. Dopo un 2018 condito da una finale Itf e un solo match vinto nel circuito Challenger, l’esplosione è cominciata proprio con l’invito ricevuto in Lombardia. Un torneo perfetto, in cui ha sorpreso giocatori come Salvatore Caruso, anch’egli già in ascesa, e Gianluigi Quinzi. Il tutto perdendo solo 14 game tra quarti, semifinale e finale. Nelle due uscite successive poi altri due trofei, con la conferma che il suo livello era già troppo alto per giocare solo negli Itf. Ad aprile è arrivata anche la sana dose di fortuna che serve per scrivere una pagina di storia: il ripescaggio nel main draw di Budapest e la prima vittoria Atp per un tennista della sua età. Poco dopo, per Sinner anche la prima finale Challenger su terra battuta e l’invito meritatissimo agli Internazionali Bnl d’Italia, grazie alle prequalificazioni. Un invito ripagato con la bellissima rimonta ai danni di Steve Johnson, dando prova di un carattere da possibile futuro campione contro il numero 59 Atp. Prima dell’ultimissimo ribaltone, proprio la settimana scorsa ad Umago, anche la qualificazione ottenuta a s’Hertogenbosch, superando Lukas Lacko e Thomas Fabbiano prima di cedere a Nicolas Jarry. Tanti rimpianti, ma anche orgoglio, per la sconfitta al primo match di qualificazione in carriera in uno Slam, a Wimbledon. La vittoria di Alex Bolt, per 12-10 al terzo e decisivo set è stato l’unico vero dispiacere del 2018 di Sinner. Una tappa inevitabile tuttavia, ma anche positiva. Perché niente insegna come una sconfitta, e il ragazzino di San Candido, che fortunatamente per noi ha preferito il tennis allo sci, impara alla velocità della luce.

 

Sinner Bergamo

IMPARARE VELOCEMENTE – È questa la virtù che più di tutte Sinner ha saputo mostrare negli ultimi mesi, cambiando pian piano non solo aspetti tecnici, ma anche caratteriali nella sua vita sul campo. Se a Bergamo era sembrato un ragazzo baciato anche dalla fortuna, con il suo gioco spumeggiante ma anche rischioso, ora Sinner è un giocatore che sta dimostrando di saper imparare. Perché c’è bisogno che ogni colpo, ogni passo su quel campo abbia un senso sempre più chiaro. L’altoatesino si è infatti mostrato competitivo già su tutte le superfici. In attesa di rivederlo sul cemento, dal punto di vista tecnico, i cambiamenti più lampanti si sono visti proprio sulla terra battuta. In quel di Santa Margherita, Sinner sembrava ancora dover far sue le chiavi del gioco sul rosso. Eppure, dopo alcune esperienze, le differenze, soprattutto nella fase difensiva, sono nette. La pesantezza dei colpi ovviamente cresce di pari passo anche con l’età e con il formarsi del corpo. Ma capire quale sia la traiettoria giusta da giocare nelle varie zone del campo è un qualcosa che impara non solo chi ha talento nell’impugnare una racchetta. Bisogna avere talento anche nell’ascoltare i consigli del proprio staff, oltre che nell’osservare per esperienza diretta, giocando tante partite e colpendo tante palline. È proprio questo che ha portato Sinner a comprendere, e a mostrare così negli ultimi match sulla terra anche scelte tattiche più giuste: a partire dalla possibilità di alzare la traiettoria per recuperare il campo, fino ad arrivare al contrattacco, per giocare colpi in avanzamento, con i piedi ben dentro il campo. Margini di miglioramento ci sono anche e soprattutto a rete e col servizio. Nel colpo di inizio gioco anche l’aumentare dei centimetri, già 188, potrebbe aiutarlo e non poco. Anche caratterialmente Sinner sembra ora più a suo agio sul campo e, a differenza dei primi mesi, meno silenzioso. Continui gli sguardi al suo angolo, sempre più frequenti i pugni stretti nelle fasi centrali della contesa. Un comportamento che gli permette anche di rimanere sempre attaccato al match. Anche in quelli più difficili, come dimostrano le rimonte contro Lukas Lacko in Olanda e contro Pedro Sousa, nell’esordio della scorsa settimana in Croazia. Un giocatore, l’altoatesino, che nelle ultime quattro sconfitte ha sempre giocato almeno un tie-break, altra ragione per cui il servizio potrebbe essere un colpo vitale in futuro. Negli scambi l’intensità è già inviabile. Il rovescio è straordinario e il dritto migliora piano piano, consentendogli di creare tanti problemi a giocatori a lui ancora superiori, come con Aljaz Bedene ad Umago. La curiosità per il suo ritorno sulle superfici veloci è tantissima perché le sue accelerazioni potrebbero incidere ancora di più.

 

Sinner

IL FUTUROUn salto, da gennaio 2019, di 352 posizioni.  Dal numero 551 al 199 del ranking in sette mesi. Fattore che lo rende indubbiamente il tennista più forte tra i suoi coetanei. Il primo Under 18 al mondo come detto, col secondo che è Lorenzo Musetti al numero 370. Ma anche il terzo miglior Under19 dopo Felix Auger-Aliasssime e Rudolf Molleker e il quinto miglior Under20 in assoluto. Cifre mai vista per un tennista in Italia, che mettono in ombra l’altro altoatesino del tennis nostrano, Andreas Seppi, stabilmente in Top-100 dal 2007. La strada però è ancora lunga e data la fitta programmazione è giusto guardare solo un match alla volta. Inizia infatti proprio ora un periodo decisivo per il 2019 di Sinner, che nella classifica annuale è al numero 144. Nelle prossime tre settimane, il quasi 18enne giocherà prima a Binghamton, poi a Lexington e ad Aptos. La speranza è di migliorare ulteriormente la propria situazione in vista dell’appuntamento clou di fine stagione. L’obiettivo più nobile sembra infatti essere un posto nel tabellone principale dello Us Open, dovendo passare però obbligatoriamente dalle qualificazioni. Il cammino comincia nello Stato di New York, che gli assegna la testa di serie numero 9 in quel di Binghamton, ma data la sua inarrestabile ascesa c’è già chi parla di una possibile wild card per Cincinnati, Masters 1000 che si disputerebbe proprio dopo Aptos.

 

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