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John Isner è il re di Atlanta

La finale dell’ATP 250 di Atlanta aveva un logico favorito, ovvero la testa di serie n. 1 del tabellone, John Isner. E non ci sono stati dubbi, mai, sull’esito della partita nel corso della sfida.

Del resto, la semifinale lottata da Isner fino alla fine contro il connazionale Denis Kudla autorizzava i più a pensare ad una finale più aperta, con Baghdatis sicuramente più attrezzato per infastidire lo statunitense.

Nonostante il buon Marcos Baghdatis, dolorante anche ad una gamba, abbia provato a mettere in campo tutte le armi di cui disponesse, ovvero la buona volontà, l’esperienza e la simpatia (bellissimo il set point del primo set in cui il cipriota ha prima perso e poi rincorso la sua racchetta, lanciandosi infine nella vana ricerca della palla vincente del suo avversario), nulla ha potuto contro un Isner perfetto alla battuta e molto efficace anche in risposta.

Armi, dicevamo, piuttosto spuntate contro un Isner apparso molto centrato. Servizio in grandissimo spolvero, ma soprattutto un dritto ottimamente manovrato, sia incrociato che lungo riga.

Il primo set si gioca su un solo break, ottenuto piuttosto facilmente: 100 % di punti sulla prima di servizio, 18 vincenti, 5 gratuiti.

Baghdatis provava a giocare back bassi, qualche palla senza peso per evitare che lo statunitense si potesse appoggiare, ma niente, tutto sembrava inutile. Qualche problema addominale, sul finire del set, costringeva il cipriota a chiedere un medical-time-out. Alla ripresa nuova tattica: palle alte e qualche drop-shot, per tenere il prima servizio a 30 e costringere Isner alla corsa, non proprio il suo terreno ideale.

Baghdatis cerca il rovescio, ma la tattica paga per poco, fino al 2 pari, quando Isner riesce a sparare un paio di dritti incrociati dalle parti della riga che aprono il campo per il successivo vincente. Confermato il break, Isner scioglie il braccio nei games di servizio di Baghdatis per concentrarsi sui propri, col risultato di abbreviare ulteriormente gli scambi, già brevi fino ad allora, al massimo a 3 colpi. Sul 5-3 è la sagra del tiro al piattello sul servizio del povero Marcos, che le prova tutte, ma Isner riesce sempre a svicolarsi dal lift o dal servizio al corpo e a tirare a tutto braccio il suo dritto, in giornata di assoluta grazia. Così, con l’ultimo dritto incrociato nei pressi della riga, Isner incassa nuovamente i 250 punti e si candida (e conferma) al ruolo di out-sider per Washington.

Ben ritrovato invece a Baghdatis, il cui talento e la cui allegria mancavano decisamente nelle domeniche delle finali ATP.

J. Isner (1) d. M. Baghdatis (5) 6-3 6-3

Alberto Maiale

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