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Kermode e gli infortuni del 2017: “L’anno più strano mai visto nel circuito, ma la programmazione adottata da Federer non può essere per tutti”

Murray, Wawrinka, Djokovic, Nishikori, Raonic, giusto per fare qualche nome illustre di chi ha affollato infermerie, sale operatorie e ha chiuso precocemente la stagione 2017 che verrà ricordata anche come quella dei gravi infortuni. Il numero 1 dell’Atp, Chris Kermode (in una intervista concessa a Sky Sports UK), ha esaminato le possibili cause e ha parlato di Roger Federer. Kermode ha fatto notare che, complessivamente, gli infortuni sono diminuiti del 6% e questo dato sarebbe da attribuire alla norma che consente ai giocatori che corrispondono a una combinazione di requisiti di poter saltare tre Master 1000 per stagione. Ma il Direttore e Presidente Esecutivo Atp non si è potuto sottrarre dal riconoscere che il problema esiste e non debba essere sottovalutato. “Credo che questo sia l’anno più strano mai visto nel circuito. E’ vero che abbiamo fissato la regola delle esenzioni che consente di accorciare la stagione, ma più gli anni passano e più i giocatori sono esposti al rischio di farsi male”, ha commentato Kermode che si addentra nello specifico di questo delicato tema: “Abbiamo una equipe medica che esamina scrupolosamente i dati statistici. Dove collocare le cause degli infortuni? Forse nel fatto che i giocatori fin dalla giovane età non vengano educati alle misure preventive e allo stretching? E’ il dover giocare con palle sempre diverse in funzione della superficie? O è lo stesso cambio repentino di superficie al quele i tennisti devono adattarsi?”. Secondo Kermode è proprio a quest’ultima condizione che i giocatori attribuiscono la principale causa degli infortuni. “Quindi giocare sempre sul cemento comporterebbe meno rischi e non si sosterrebbe che questi campi sono più aggressivi per il fisico. Però, poi, ci sarebbero le inevitabili critiche perché il gioco diventerebbe omologato, senza stili differenti”, ha concluso Kermode.

LA PROGRAMMAZIONE DI ROGER FEDERER – Per Chris Kermode, la programmazione di Federer, che ha saltato l’intera stagione sulla terra, centellina gli eventi in calendario, non può diventare un modello per tutti. Il motivo è facilmente intuibile: “Roger Federer gioca, prende periodi di pausa ed è normale a 36 anni: non si è costretti a disputare tutti i tornei, quando si vincono slam e sei nei piani alti della classifica”, ha spiegato Kermode.

Monica Tola

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