Le dichiarazioni più intriganti dallo US Open

Dopo la sessione giornaliera di ieri, molti tennisti sono stati intervistati. Alcuni di loro, hanno rilasciato delle dichiarazioni molto interessanti. Le più intriganti sono state quelle di Rafael Nadal, Matteo Berrettini ed Alexander Zverev.

Rafael Nadal ha vinto una grande partita contro il croato Cilic. Dopo la vittoria, il campione di Manacor ha parlato del suo rapporto con il torneo di New York ed ha difeso Novak Djokovic: “Onestamente diventa molto difficile descrivere questi sentimenti. Il supporto del pubblico newyorkese è incredibile e speciale. Come ho detto prima del torneo: ho sempre avuto un legame speciale con i fan qui a New York. Sono molto energici, appassionati. Riesco a identificarmi con loro in campo. Giocare sull’ Arthur Ashe nella sessione notturna è complicato ma è unico”.

“Non sono riuscito a vedere la fine della partita, ma non credo che meriti di essere fischiato. È un super atleta e se ha dovuto ritirarsi è perché non poteva continuare. In effetti, per lui è molto più doloroso che per qualsiasi altro torneo. Ha perso l’opportunità di vincere un altro Grande Slam giocando in una dei suoi migliori tornei dopo aver giocato a Wimbledon”.

Matteo Berrettini ha battuto il russo Rublev ed ha regalato agli italiani un azzurro ai quarti di finale dello US Open dopo 42 anni. L’azzurro ha giocato un match unico ed ha dimostrato una maturità fuori dal comune: “E’ una cosa folle, penso che ci vorranno delle ore così da redermi conto. E’ stato bellissimo vedere il mio team con le lacrime agli occhi dopo la vittoria. Ho giocato benissimo, ho variato con lo slice, cambiavo traiettoria al servizio. E’ stato fantastico e voglio ringraziare tutti. Fisicamente mi sentivo benissimo, giocando ti stanchi ma contemporaneamente ti alleni. Dopo la vittoria contro Gasquet ero dolorante, devo gestire meglio gli incontri 3 su 5 perchè sono fondamentali. Io ed Andrey abbiamo giocato molto bene, non ricordo errori grossolani o in serie. Abbiamo giocato scambi pazzeschi ed infiniti”.

“Mi ha fatto bene scaldarmi in mattinata sul Louis Armstrong, è uno stadio molto rumoroso. Quando ho iniziato a servire non potevo crederci, sembrava di assistere ad un concerto. Tutti si muovevano, parlavano e non riuscivo a sentire bene il rumore della palla, ma alla fine ti devi abituare. Anche lo schermo può dare fastido, ma l’umidità che si crea con il tetto chiuso è stata pazzesca, mi ha fatto sudare molto. Il mio mental coach Stefano Massari mi aiuta tantissimo, siamo amici oltre ad avere un rapporto professionale. Ci sentiamo prima delle partite, io gli spiego come vorrei che andassero, di come me le immagino e poi elaboriamo le sensazioni”.

Non è andata altrettanto bene ad Alexander Zverev, che ha perso contro l’argentino Diego Schwartzman. Oltre alle dichiarazioni relative alla partita, il tedesco ha parlato del comportamento di suoi coetanei o quasi, come Tsitsipas e Medvedev: “Ci sono molti giovani che fanno cose in campo che forse non dovrebbero fare. Non voglio che la Next Gen sia conosciuta per questo. Penso che Tsitsipas superi il limite quando cambia 15 volte le scarpe o va in bagno nel bel mezzo del set. Bisogna che sia la racchetta a parlare per te. Non devi fare cose per distrarre l’avversario e cercare di vincere in quel modo”.

“Anche Medvedev sta superando i limiti ma sta continuando a vincere, è nei quarti di finale e non importa nulla finché vinci. Spero che alcuni dei Next Gen imparino da veterani come Roger o Rafa, che sono stati incredibili durante la loro carriera. Lasciano parlare le loro racchette e non distraggono i loro avversari. Stanno vincendo ancora, speriamo che anche noi riusciremo a vincere molto in futuro”.

Luciano Nocera

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