È stato un vero tour de force, quello che ha portato Federico Coria a disputare il primo turno di Wimbledon. Il giocatore argentino ha attuato una scelta di programmazione particolare, decidendo di continuare a giocare su terra rossa, seppur a livello challenger piuttosto che prepararsi al torneo su erba.
Alle 16:30 di Domenica Federico Coria è sceso in campo nella finale del challenger 80 di Milano contro l’italiano Francesco Passaro. La partita è stata molto intensa ed a vincere è stato proprio l’argentino per 7-6, 6-4 dopo 1 ora e 35 minuti di gioco. Considerando poi la premiazione e le fasi di scarico post match il numero 67 del mondo prima delle 20 non è partito dal capoluogo lombardo verso Wimbledon.
Lunedì il tennista nativo di Rosario è sceso in campo, sempre verso le 16 era sul campo 9 per il proprio match di primo turno contro Wimbledon. In 24 ore ha quindi cambiato, nazione, fuso orario e superficie. L’incontro è stato abbastanza a senso unico, visto anche l’avversario che ha migliori attitudini su questa superficie. Quanto è successo a Coria però fa riflettere.
La scelta di programmazione per quanto può sembrare folle è stata fatta con un senso: l’argentino era consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato su questa superficie, e vista anche l’assenza di punti, ha preferito conquistare punti in tornei che si adattano meglio alle sue caratteristiche.
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