L’impero dei Big Four sta per giungere al termine

La storia ci insegna che tutto è destinato a finire, ma mai come oggi, questa fine, sembra segnare la storia di questo sport. Forse perché nessuna epoca ha mai coniato contemporaneamente quattro atleti di questa portata, quattro meraviglie come loro, destinate a divenire delle leggende universali.

Hanno deliziato l’intero mondo dello sport con le loro pennellate d’autore, con la loro umiltà, con i loro modi di fare ma soprattutto con il loro tennis. Può sembrare un’eresia ma credo che vederli giocare sia qualcosa di indimenticabile, un’emozione che ci si porta dentro per tutta la vita e che a parole non si può descrivere; un po’ come quando ci si innamora: ti batte forte il cuore, hai le farfalle nello stomaco e sei felice come un bambino. Forse perché quello che si è instaurato tra “noi” e “loro” è vero amore, un amore platonico destinato all’eternità.
copertina
Bisogna però guardare negli occhi la realtà e indubbiamente il regno di Roger Federer, (34 anni l’8 agosto), Novak Djokovic (28 anni), Rafael Nadal (29 anni il 3 giugno) e Andy Murray (28 anni) sta giungendo al termine. E’ inevitabile. Questo però non vuol dire che non siano ancora qualcosa di eccezionale. Al numero uno del mondo manca solo il Roland Garros per completare l’opera: il Grande Slam; ha vinto tutti i Master 1000 che ha giocato ed è entrato nella storia per aver firmato per la terza volta la doppietta Indian Welss-Miami. Alla faccia della fine e molto probabilmente lui sarà l’ultimo dei quattro che resisterà al crollo dei Fab Four.

Prima del serbo però c’è uno spagnolo che chiamano “King of Clay”. Uno che ha vinto 9 volte l’Open di Francia, (ripeto nove perché magari qualcuno può pensare ad un errore di battitura), uno che ha perso una sola partita a Parigi e che può ancora scrivere la storia firmando il suo sesto RG consecutivo oppure essere sconfitto per la prima volta dal 2010. Stiamo parlando di Rafael Nadal.

Lo spagnolo ha raggiunto la finale a Madrid perdendo in maniera quasi imbarazzante da Murray (il quale ha vinto il suo primo titolo sulla terra) e precipitando alla settima posizione mondiale, quindi fuori dai primi cinque per la prima volta dal lontano 2005. Inoltre se Nadal non trionferà al Roland Garros segnerà un altro record personale: un anno intero senza vincere un torneo dello Slam, non accadeva dal 2004. Nonostante tutti i suoi infortuni e il periodo non eccezionale, Rafa è comunque il favorito sul rosso parigino.

Una realtà simile ma più complessa colpisce sua maestà, Roger Federer. L’uomo con il maggior numero di titolo del Grande Slam (17) non ne vince uno da Wimbledon 2012. In questo 2015 lo  svizzero ha vinto ben tre tornei (Brisbane, Dubai e Istanbul), ma è stato eliminato al terzo turno degli Australian Open dal nostro Andreas Seppi, rimarcando le sue difficoltà nel 3 su 5. Non avendo mai dominato sulla terra, l’ex numero uno del mondo ha una probabilità di vincere il RG sottilissima (nonostante un tabellone molto favorevole). Infatti se la leggenda tennis ha qualche possibilità di muovere ulteriormente la quota di Slam vinti è a Wimbledon (sette volte campione) o agli US Open (conque volte campione).

Lo stesso vale per Murray, il meno “leggendario” dei quattro ma, che con i suoi due titoli slam e l’oro olimpico di Londra 2012, entra di diritto nei Big Four. Lo scozzese ha da poco vinto il suo primo titolo sulla terra, ciò nonostante a Parigi è destinato ad essere inghiottito da Djokovic in un’eventuale semifinale. Nole ha tutti i numeri dalla sua parte: 18-8 ma soprattutto dieci delle ultime undici sfide. Andy dovrà ancora aspettare sempre che non sia troppo tardi.

Spostiamoci ora un po più in “basso”, nel mondo dei “babbani” (citando Harry Potter) dove troviamo coloro che dovranno prendere il posto dei quattro fenomeni: i giovani. Nel tennis maschile non mancano e stanno emergendo con prepotenza. A suon di pugni stanno scalando posizioni mondiali ma la loro attrezzatura sembra essere ancora un po’ scarna.

Sicuramente l’Australia, in questi ultimi anni, oltre che essere una delle destinazioni preferite dai giovani, è la nazione che sforna i ragazzi promettenti. Uno su tutti Nick Kyrgios (20 anni) il quale ha recentemente sconfitto al secondo turno Roger Federer a Madrid ed un anno fa Rafa Nadal a Wimbledon. A seguire troviamo il “pazzo” Bernard Tomic, numero 29 del mondo e infine Thanasi Kokkinakis (classe 96) con una grinta che ricorda tanto il grande Lleyton Hewitt.

I primi scossoni della nuova generazione stanno arrivando e col tempo saranno sempre più forti fino a che riusciranno a spodestare il tempio delle leggende. Il segnale più evidente si è verificato la scorsa estate agli US Open quando nessuno dei Big Four ha raggiunto la Finale lasciando il posto a Kei Nishikori e Marin Cilic dove il croato si è aggiudicato il suo primo titolo del Grande Slam, giocando un tennis superlativo non lasciando nemmeno un set al povero giapponese. Gli appassionati di tennis avevano bisogno di rifarsi gli occhi e vedere qualcuno che non fosse Djokovic, Federer o Nadal i quali hanno giocato, dal 2005 ad oggi, 38 finali e ben 17 tra loro. Alcuni descrivono la finale tra Cilic e Nishikori come un punto di svolta nell’era Open, altri invece come un  falso allarme, una semplice eccezione.

I “fantastici quattro”  hanno conquistato complessivamente 41 Grande Slam, 10 ATP World Tour Finlas, due Olimpiadi e sembrano aver cominciato il 2015 all’insegna del loro dominio – Djokovic ha vinto gli Australian Open sconfiggendo in finale Murray e ora si aspetta di vedere il Roland Garros. Il serbo sembra infatti essere imbattibile, in particolare sul 3 su 5. Sarà perciò dura anche quest’anno vedere qualcun altro oltre a loro, giocarsi i tornei che contano maggiormente, anche se “la palla è rotonda” e il futuro è imprevedibile (per fortuna).

Insieme hanno dominato la scena del tennis per oltre un decennio e scritto un capitolo straordinario della storia del tennis ma tutto è destinato ad una fine. Spesso e volentieri però la fine è la parte migliore, un po come il tramonto: “sapete, Sembra scontato, ma nel tramonto c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo” (citando Baricco Alessando). A noi non resta altro che sedersi e godersi questo spettacolo che sta portando via il nostro sole.

Exit mobile version