Llodra appende la racchetta al chiodo

Lascia il circuito uno dei giocatori più tennisticamente gradevoli degli ultimi 15 anni. Michael Llodra, transalpino ricco di talento e tocco, dopo 16 anni di onoratissima carriera professionistica ha deciso che ne ha abbastanza, e lascia il circuito. In verità aveva già abbandonato il singolare da tempo, concedendosi qualche comparsata nel circuito, e dedicandosi molto di più all’amato doppio.

Il giocatore di Bordeaux è infatti uno degli ultimi rappresentanti del tennis d’attacco integrale, fautore del serve&volley anche sulla seconda palla di servizio, doppista raffinato, tatticamente sempre perfetto e in grado di esprimere un gioco di volo da manuale. I suoi esordi già ne facevano parlare come di un “alieno” negli anni della trasformazione del tennis maschile sotto i colpi di André Agassi e Jim Courier. Grandi corse da fondo campo, timing perfetto, anticipo, ma tutto rigorosamente spingendo da fondo campo. E invece il giocane Michael cercava la rete, veniva avanti e aveva già giocato la finale a Wimbledon junior (1998) prima di passare professionista, giusto per far capire quale fosse la sua superficie preferita.

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Nel 2015 la stagione è stata piuttosto avara, regalando qualche lampo in occasione dei quarti di finale di Marsiglia e un secondo turno a Monte Carlo, dopo aver superato le qualificazioni. Tornei di casa, ma sulla terra. Per il resto una sfilza di eliminazioni al primo o al secondo turno. Ma gli stimoli erano già venuti meno e il fisico per giocare in singolare a quel livello, sempre in attacco e rischiando di essere passato dai missili dei suoi avversari, non reggeva più. Ben diversa di fatti la stagione in doppio, nella quale brilla la semifinale a Wimbledon e Melbourne, la vittoria a Rotterdam, la semifinale a Miami, tutti risultati ottenuti insieme al fido connazionale Nicolas Mahut.

Già proprio l’amato doppio. Ben 26 titoli, dei quali 3 Slam, con doppietta all’Australian Open 2003 e 2004 e Wimbledon nel 2007, con grandi compagni come il “mago” Fabrice Santoro e con Arnaud Clement. 5 invece i titoli in singolare, due dei quali sull’amata erba e tre sul cemento, sul quale si adattava perfettamente. Best ranking #22 in singolare e #5 in doppio.

Si potrà ora dedicare ai sui tre figli e, ci auguriamo, ad una fortunata carriera di coach, visto che ha già trovato un ingaggio presso i “cugini” belgi che si stanno preparando per la finale di Coppa Davis contro la Gran Bretagna, e magari per regalarci qualche nuovo giocatore capace di divertire e divertirsi.

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