La generazione del ’90 non molla: la sfida di Medvedev a Sinner e Alcaraz

Daniil Medvedev rilancia le ambizioni della generazione di mezzo del tennis, quella dei nati negli anni ’90, sfidando il dominio di Sinner e Alcaraz: “Possiamo vincere ancora Slam”.
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Nel panorama sempre più polarizzato del tennis contemporaneo, dominato dalla brillantezza di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, c’è chi si rifiuta di recitare il ruolo del comprimario. Daniil Medvedev, campione degli US Open 2021 e unico tra i nati negli anni ’90 ad aver strappato uno Slam all’epoca dei Big Three, ha scelto di non arrendersi. Mentre tanti suoi coetanei sembrano scomparsi dai radar dei grandi tornei, il russo rilancia la sfida e difende la dignità della sua generazione, spesso etichettata come incompiuta.

Il peso della generazione di mezzo

Nati troppo tardi per insidiare seriamente Federer, Nadal e Djokovic, e troppo presto per imporsi sui nuovi padroni del circuito, Sinner e Alcaraz, i tennisti della cosiddetta “generazione del ’90” vivono sospesi in una terra di mezzo. “Non siamo bravi come Federer, Nadal, Djokovic o Murray, e nemmeno ancora come Sinner e Alcaraz. Ma sono sicuro che la nostra generazione vincerà altri titoli del Grande Slam”, ha dichiarato Medvedev durante un evento organizzato da Tecnifibre.

Le parole del russo riflettono una consapevolezza maturata sul campo: “Siamo molto forti, tanto che almeno sei di quelli che hanno giocato con me le Next Gen Finals sono entrati tra i top 10”. Eppure, il destino ha spesso voltato loro le spalle. Tra i pochi ad aver toccato il vertice, oltre a Medvedev, c’è Dominic Thiem, oggi ritirato, che vinse uno Slam nel 2020. Altri, come Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas, si sono fermati sull’uscio: il primo ha perso tre finali Slam, il secondo due. Sempre contro giganti.

Medvedev: resilienza e rilancio

Dopo un periodo di calo che lo ha visto sprofondare fuori dalla top 10 e subire otto sconfitte in nove incontri contro Sinner, Medvedev ha ritrovato energia al Roland Garros, il torneo storicamente più ostico per lui. La sua reazione è stata un messaggio chiaro: il tempo della resa non è ancora arrivato. “Così è lo sport: ci sono generazioni che dominano, come quella dei Big Four, e altre che faticano di più. Ma io credo ancora che possiamo vincere uno, due, magari tre Slam”, ha ribadito con ottimismo.

Nel frattempo, molti dei suoi colleghi sembrano aver perso lo slancio. Zverev, nonostante la recente semifinale a Parigi, appare tecnicamente e tatticamente impotente di fronte al tennis esplosivo dei nuovi leader. Le sue battaglie, dentro e fuori dal campo, lo rendono vulnerabile, anche a livello motivazionale. Taylor Fritz, finalista agli ultimi US Open ma in caduta libera nel 2025, appare incapace di reagire, aggrappato all’erba come unica ancora di salvezza. Tommy Paul, pur arrivato nella top 10, denuncia limiti strutturali che lo bloccano nei grandi appuntamenti.

Tra speranze residue e nuove minacce

A completare il quadro ci sono altri protagonisti che non sono riusciti a capitalizzare il loro talento. Frances Tiafoe sembra essersi accontentato, dopo una lunga ascesa, senza aver colmato i limiti tattici. Casper Ruud, reduce da due finali a Parigi e da una stagione da numero 2 ATP, appare svuotato, senza più margini per contrastare la nuova élite. E nomi come Rublev e de Minaur non sembrano nemmeno più vicini alla soglia di un exploit nei tornei dello Slam.

Il problema non è solo l’arrivo dei nuovi fenomeni. All’orizzonte si affaccia una nuova ondata di giovanissimi, guidata da talenti come Jakub Mensik e João Fonseca, che promettono di rendere la vita ancora più difficile a chi cerca di restare rilevante nel circuito.

Conclusione: una generazione in cerca di riscatto

La generazione di mezzo, quella dei nati negli anni ’90, non ha mantenuto le promesse. Ma se c’è una figura che ancora lotta per sovvertire il pronostico, è Daniil Medvedev. Con il suo stile geometrico, la sua resilienza e una lucidità rara nelle analisi, il russo continua a credere che il tempo della sua generazione non sia del tutto scaduto. E anche se la concorrenza è feroce, nel tennis, come ha ricordato Sinner, “tutto può cambiare da un momento all’altro”. E chissà, forse proprio Medvedev potrebbe essere l’uomo in grado di riscrivere il finale di questa storia.

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