Lontano dai fasti che lo portarono al numero uno del mondo e al titolo degli US Open 2021, Daniil Medvedev si presenta a Roland Garros 2025 con un mix di autocritica e speranza. Il tennista russo, oggi numero 11 del ranking ATP, è reduce da stagioni complicate, in cui il suo stile unico – basato sul controgioco e la risposta profonda – sembra essersi smarrito nel ciclone delle nuove generazioni.
Medvedev ha riconosciuto pubblicamente le difficoltà, sia a livello tecnico che mentale. “Non credo che la mia stagione sulla terra sia stata negativa. Ho ottenuto buone vittorie contro specialisti della superficie e perso solo contro giocatori in stato di grazia”, ha dichiarato a Championnat prima della partenza per Parigi. Eppure, l’uscita dalla top 10 rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
Storicamente poco favorevole alle sue caratteristiche, la terra rossa si è trasformata per Medvedev in un laboratorio di sperimentazione. “Mi dicono che le mie statistiche sono migliori su terra battuta rispetto al cemento negli ultimi due anni”, ha ammesso, sorprendendo non pochi osservatori. In effetti, pur non avendo ancora conquistato alcun titolo in singolare in questa stagione, il russo si mostra determinato: “Il mio obiettivo è battere giocatori come Ruud e Musetti. Se continuo a lavorare duro, credo di poterci riuscire”.
Il problema resta però legato alle condizioni di gioco: la lentezza delle palle e della superficie penalizza un tennista che ha costruito il proprio successo sulla capacità di rispondere in modo aggressivo e profondo, sfruttando la velocità degli avversari. Non è un caso che Medvedev abbia sottolineato come il suo gioco si alimentasse della potenza altrui, e che ora fatichi a generarla autonomamente.
In un’intervista trasmessa sul canale russo Bolshe! Tennis, Medvedev ha spiegato che sta provando a riscoprire le radici del suo tennis: “Il nuovo è il vecchio dimenticato. Il mio gioco resta basato sul contropiede, specialmente alla risposta. Sto ritrovando sensazioni utili sulla terra che potranno aiutarmi anche su altre superfici”. Un ritorno alle origini, dunque, più che una rivoluzione tecnica.
Il tabellone di Roland Garros 2025 non gli offre alcun favore: testa di serie numero undici, potrebbe incrociare Draper, Djokovic, Ruud o Musetti già agli ottavi di finale. Un banco di prova impegnativo, ma che potrebbe rappresentare anche una svolta se affrontato con la giusta mentalità.
Con la fiducia ancora fragile e senza il peso di aspettative eccessive, Medvedev arriva a Parigi con la consapevolezza che il cammino sarà lungo e difficile. Eppure, la sua determinazione sembra quella dei tempi migliori. Se riuscirà a superare i primi turni, potrebbe trasformarsi in uno degli outsider più pericolosi del torneo.
La fiamma del campione non si è spenta: è solo in attesa di nuova benzina, possibilmente rossa come la terra di Parigi.
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