“Mi piace Federer, ma il mio gioco assomiglia più a quello di Djokovic”

Valutare il potenziale in campo di giovani leve è sempre appassionante, ma lo è anche vedere come si comportano davanti ai microfoni e conoscere le loro aspirazioni e pensieri. Brandon Nakashima è passato al livello successivo l’anno scorso, con grandi risultati nel circuito Challenger e la sensazione che si ha vedendolo è quella di star davanti ad un futuro campione.

A mettere in risalto Brandon sono stati i suoi risultati nel circuito NCAA, ossia quello tra università negli Stati Uniti: “E’ stato fondamentale perché mi ha fatto maturare molto“, ha detto in un’intervista per Ubitennis. “Raccomando questa esperienza a tutti i giovani che vanno all’università, perché ti fa capire se sei davvero pronto a passare al professionismo”, ha detto Nakashima mentre si trova in California con il suo allenatore, niente meno che Pat Cash. “Stiamo puntando molto sull’essere più aggressivi. Pat vuole che io sia un giocatore completo e per questo mi ha fatto capire che devo saper giocare in vari modi“, dice l’attuale 220 al mondo.

“Il mio obiettivo è quello di entrare nell top10 in qualche anno, magari esserci già arrivato per la fine del 2023. Sono un ragazzo tranquillo, non mi piace andare a feste e sono concentrato sul mio gioco. Sono pronto a migliorare molto. So che devo lavorare sul mio fisico e sul mio gioco di gambe, per essere più polivalente”.

Riguardo i suoi idoli, Brandon ha le idee chiare: “Mi piace molto Federer, ma il mio gioco somiglia molto di più a quello di Djokovic”, ha detto un giovane che allo scorso Wimbledon ha avuto la possibilità di allenarsi con Nadal. “E’ stata una grande esperienza. Non avevo mai giocato con qualcuno che mette così tanta intensità nei suoi colpi e con un ritmo così alto. Mi son dovuto concentrare molto per poter stare al suo livello, ed è stato davvero gentile”.

Parlando dei suoi quasi coetanei, dice: “Vedo in Medvedev e Tsitsipas quelli con maggior probabilità di vincere uno slam il prima possibile, ma non possiamo dimenticarci di Auger-Aliassime e Shapovalov”, conclude l’americano.

Fonte: puntodebreak.com

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