Fare il coach è un mestiere molto complicato, ad esempio se il tuo cliente è un tennista emergente come Nick Kyrgios, dovrai convincerlo a giocare di più, mangiare sano e lavorare duro anche in palestra. Ma se stai lavorando con un certo Rafa Nadal, probabilmente dovrai pensarla in un altro modo. Così la vede Carlos Moya, entrato a far parte del team a dicembre. Una scelta ben ponderata, soprattutto perchè i due si conoscevano da tempo e fa parte di una cerchia di persone molto vicine alla famiglia Nadal.
Moya, intervistato da The Sunday Telegraph, spiega cosa è cambiato nella routine del suo amico:” “Il segreto? Essere riuscito a convincerlo ad allenarsi di meno… A volte non è stato facile perché a lui piace allenarsi e lo ha fatto per tanti anni in maniera intensa. Ma io preferisco sessioni di allenamento brevi, ma intense e specifiche. E’ diverso quando hai 16 o 17 anni: il quel caso, poiché ti stai formando, hai bisogno di stare in campo tante ore. Adesso la priorità è essere fresco e riposato e per questo devi stare molto attento. Qualche volta è più importante cosa fai fuori dal campo piuttosto che quello che fai dentro. Anche riposare fa parte di un buon allenamento”.
Adesso Rafa si trova in una situazione di forma invidiabile e nei primi quattro match al Roland Garros ha concesso solo 20 game:“Sono arrivato soltanto a dicembre nelle ultime tre settimane di allenamenti: Rafa ha svolto una preparazione di due mesi, probabilmente la pre-season più lunga che abbia mai fatto. Questo è stato uno stato uno dei fattori determinanti di questa prima parte di stagione a questi livelli” – ha continuato Moya -. “Quando l’ho visto, ho capito che era affamato di vittoria. Ha voglia di competere, è in salute. Qui stiamo parlando di uno dei giocatori migliori, quindi quando metti insieme tutte queste cose, prima o poi i risultati arrivano”.
Il maiorchino ha cambiato qualcosa anche dal punto di vista extratennistico:”La nutrizione sta avendo un grande impatto su di lui: più muscoli hai, più le articolazioni sono difese. Il suo gioco si è evoluto ma il dritto resta un colpo molto importante: forse la palla non rimbalza alta come un tempo ma stiamo cercando di imprimere più velocità. Il rovescio è molto migliorato rispetto al passato e fin da subito abbiamo lavorato tanto sul servizio”.
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