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Nadal: «Il numero 1 era inimmaginabile»

La vittoria di Rafael Nadal contro il giovane coreano Hyeon Chung ha certificato il numero 1 ATP alla fine della stagione. Un risultato incredibile, inatteso per il maiorchino che, in questo 2017 imprevedibile e pazzo, è stato protagonista insieme a Roger Federer di una sorta di stagione revival. E se tanto si è parlato dello svizzero, bisogna tirarsi via il cappello di fronte al Nadal di quest’anno, assolutamente ingiocabile sul rosso (unica eccezione Roma, ma c’era tanta stanchezza), e ancora competitivo sul veloce.

IN CONFERENZA – Ovviamente in conferenza stampa dopo il secondo turno di Bercy le domande sono fioccate sull’argomento, a partire dalle sensazioni: «poco più di un anno fa concludevo il 2016 in anticipo per problemi al polso. Ora sono di nuovo numero 1 al mondo. Aggiungete i due anni precedenti caratterizzati da problematiche fisiche varie, era impossibile vagheggiare di poter tornare al vertice del ranking ha sottolineato Nadal davanti ai giornalisti: «eppure eccoci qua, a concludere l’anno al primo posto quasi dieci anni dopo. Significa tanto, perché non è stato affatto facile riuscire ad essere così ad alti livelli per tanto tempo e, dopo un periodo di difficoltà, essere riuscito a ritornarci ancora, In ogni caso la stagione non è ancora conclusa». Allo spagnolo viene fatto notare di essere il giocatore più anziano ad aver terminato la stagione al primo posto in classifica: «Veramente?» ribadisce il numero 1 al mondo sorpreso. Ma qual è il segreto di Nadal? La sua famosa mentalità vincente? «Mentalità vincente significa tutto e nulla. La cosa veramente bella è la passione che ti guida dalla mattina. Se non la hai, in vetta al ranking non ti potrai mai trovare. Inoltre bisogna avere la forza di credere in se stessi sempre, anche nei periodi più brutti, quando si è infortunati o quando non si riesce a vincere». Infine, un ultimo passaggio sul torneo in divenire: «oggi la mia prestazione non è stata buona, ma neanche negativa. Posso ancora migliorare, qui la superficie è completamente diversa rispetto agli altri tornei. L’Indoor di Pechino e di Shanghai è ben diverso da quello di Bercy. In ogni caso ora penso a Cuevas e alla prossima partita».

Giovanni Romano

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