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Nicolas Almagro: “Ho dato tutto e non posso rimproverarmi nulla”

Il tennista spagnolo Nicolás Almagro ha parlato con il quotidiano Marca durante il Challenger di Murcia, dove ha spiegato i motivi del suo ritiro dal tennis e ha parlato dei grandi risultati raggiunti in carriera, tra cui 13 titoli ATP e la top ten raggiunta nel 2011.

Gli infortuni sono stati un aspetto fondamentale nella carriera di Almagro, che gli hanno impedito molte volte di disputare tornei consecutivi: “La parte finale della mia carriera è stata dura, perché il ginocchio non stava per niente bene. Il dolore andava via e tornava in continuazione: penso di aver preso la miglior decisione, oltre il tennis c’è il resto della mia vita. Ho dato tutto e non posso rimproverarmi niente.

Il tennis negli ultimi anni sembra sempre più una questione di fisico che di talento e anche Almagro non ha dubbi a riguardo, confrontando il fisico dei grandi giocatori dei decenni precedenti con quelli attuali: “Il tennis è più fisico. Ormai è tutto servizio e vincente. Accorceranno la stagione su terra per mettere più tornei sul rapido. Per i ‘terraioli’ come me diventa sempre più difficile e hai bisogno per forza di dare il massimo ogni settimana per non perdere posizioni nel ranking.

Stiamo assistendo senza dubbio agli ultimi anni dell’armata spagnola più vincente della storia del tennis: Almagro e Ferrer hanno già appeso la racchetta al chiodo, mentre Lopez, Verdasco e Robredo stanno probabilmente giocando i loro ultimi mesi da tennisti professionisti: “Vorrei che mi ricordassero come qualcuno che ha dato la vita e l’anima per uno sport che gli ha dato tutto. Il mio tennis è come me. Cercavo di fare cose inverosimili con il rovescio, per poi colpire con il diritto. A volte la gente diceva che non ero concentrato, ma tutto ha un perché.

Il giocatore murciano ha confessato di non essersi tolto qualche sassolino dalla scarpa in carriera: “Avrei voluto battere Federer almeno una volta, era uno degli obiettivi. Mi sarebbe piaciuto anche giocare contro Sampras e Agassi: non vincere, solo giocarci. Ma ho avuto modo di godermi grandi vittorie come quella contro Nadal a Barcellona, una delle migliori. Ma il giorno dopo avrei dovuto giocare di nuovo e non ho vinto il titolo. Intorno a quella partita si erano create tante aspettative, non ho saputo gestire le conseguenze. Succede quando batti gente di quel livello.

Infine, Nicolás Almagro ha analizzato gli ultimi paragoni eccellenti, quelli che vedono Carlos Acaraz Garfia come erede di Rafael Nadal. Non appare molto d’accordo: “I paragoni non fanno bene. Rafa ha avuto la sua carriera, Carlos non ha fatto ancora nulla. Mi fa piacere che sia seguito molto bene, sta facendo cose incredibili per la sua età, ma l’importante è che le faccia con un metodo. Va aiutato e appoggiato.

Filippo Gallino

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