Novak Djokovic: “Ho come la sensazione di essere italiano”

Che Novak Djokovic amasse l’Italia non è una notizia nuova; tuttavia il tennista serbo, recentemente intervistato da la Repubblica, è tornato a parlare nuovamente del suo rapporto con il Bel paese: “Sono contento di venire in Italia. Roma è una seconda casa. Perché ho come la sensazione di essere italiano. Lo vedo: la gente mi guarda con energia positiva, con simpatia, con molto calore. E lo sento sul campo, e nella città con tutta la sua storia. Poi ho molti amici, conosciuti nei miei quindici anni“.

Mi sono sempre sentito attratto dalla vostra tradizione e cultura” aggiunge; “A 17 anni ho cominciato a imparare la lingua da autodidatta. Quando parlo italiano è come se parlassi serbo“.

Successivamente ha però ribadito di sentirsi profondamente orgoglio di quelle che sono le sue radici: “Noi serbi siamo molto aperti. E siamo bravi nello sport perché siamo gente che ha sempre dovuto faticare, oltre ad avere la predisposizione genetica. […] Sono grato e orgoglioso delle mie origini che ho abbracciato, accettato e amato. Ma non nazionalista, nel senso di non accettare altre culture. E sulla Serbia voglio aggiungere quello che raccontava mio nonno, che camminava chilometri e chilometri, per giorni e giorni. Per acqua e cibo. Ci si aiutava, e forse anche per questo siamo bravi negli sport di squadra. Ma, negli ultimi venti anni, anche in quelli individuali“.

Il numero uno ha poi proseguito accennando alla propria filosofia di vita: “Leggerezza. Nella vita è necessaria, questa è la mia filosofia. Bisogna conservarla. […] La mia vita è un sali e scendi, come un ascensore. E quando cadi impari di più, perché l’intensità del dolore è più forte dell’emozione del trionfo. Anzi, le vittorie nascondono insidie, nel senso che ti impediscono di cambiare perché pensi di aver fatto tutto bene. Invece la vita è altro: è equilibrio“.

Nole ha infine discusso dell’importanza del ruolo che hanno avuto sua moglie e i suoi figli: “Solo diventando genitore ho scoperto emozioni che non immaginavo. Ho visto nei bimbi una nuova parte di me“.

Qui per l’intervista completa.

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