Djokovic parte col piede giusto al Roland Garros: “Belle emozioni, ma che fatica col tempo!”

Novak Djokovic ha vinto il primo match al Roland Garros 2025 superando Mackenzie McDonald. Tra difficoltà meteorologiche, scelte di preparazione e voglia di nuovi record, il serbo dimostra di essere ancora protagonista.
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Un debutto vincente ma non semplice

Novak Djokovic ha aperto nel migliore dei modi il suo Roland Garros 2025, imponendosi con un triplice 6-3 contro lo statunitense Mackenzie McDonald. Il risultato netto non deve però ingannare: il match d’esordio sul Court Philippe Chatrier è stato tutt’altro che banale, anche per un fuoriclasse del suo calibro.

Il campione serbo, reduce dalla vittoria nel torneo di Ginevra, ha spiegato in conferenza stampa di aver vissuto emozioni intense nel tornare sul centrale parigino, dove aveva conquistato l’oro olimpico nell’estate del 2024. “Ho provato belle emozioni, rivivendo la vittoria ai Giochi”, ha raccontato. Ma ha anche ammesso che le condizioni meteo hanno reso l’inizio dell’incontro piuttosto complicato: pioggia, vento e un campo reso scivoloso hanno reso difficile trovare ritmo e stabilità. La situazione si è poi risolta con la chiusura del tetto, sollecitata dallo stesso Djokovic e dal suo avversario.

“C’era confusione su chi dovesse prendere la decisione. Io ho solo chiesto che il supervisor venisse a vedere di persona la situazione. Dal campo l’impressione era che la pioggia non stesse per finire, come invece dicevano”, ha spiegato il serbo, sottolineando come anche il pubblico invocasse l’utilizzo del tetto copribile dello Chatrier. Alla fine, la decisione è arrivata e ha permesso di completare l’incontro in condizioni più gestibili.

Una preparazione fuori dagli schemi

Djokovic ha affrontato il torneo parigino con un approccio inedito alla stagione sul rosso, decidendo di non partecipare agli Internazionali d’Italia, torneo per lui storicamente importante, e puntando invece su Madrid e su Ginevra, dove ha trovato un titolo che ha contribuito a migliorare il suo stato mentale. “Non era nei piani iniziali, ma ne avevo bisogno per ritrovare fiducia. Il mio tennis sulla terra non arriva subito, ho sempre avuto bisogno di tempo”, ha detto.

Una scelta in controtendenza, frutto di un’analisi attenta con il suo team dopo la deludente esperienza a Monte Carlo. Anche a livello fisico, il 38enne di Belgrado sa di dover adattare il lavoro alla nuova fase della carriera. “Devo essere molto più attento alla prevenzione, perché i tempi di recupero si sono allungati. Non ho grandi problemi, ma delle piccole noie quotidiane. Per giocare a questo livello, tutto deve essere al proprio posto”, ha confidato.

L’esperienza del passato come guida

Nel corso della conferenza, Djokovic ha ripercorso anche momenti significativi della sua carriera, come il ritorno in campo dopo l’infortunio al gomito avvenuto circa otto anni fa. Un episodio spartiacque: “È stato l’infortunio più grave della mia carriera. Ho dovuto modificare completamente il movimento del servizio. Non è stato facile ritrovare fiducia”. Un percorso che gli ha insegnato quanto sia importante la resilienza e la capacità di reinventarsi.

Ora, con 24 titoli Slam in bacheca e ancora voglia di aggiungerne altri, Djokovic guarda avanti con obiettivi ben chiari. “Ho ancora molte motivazioni. Voglio scrivere la storia e battere altri record. Non è sempre facile trovare la giusta ispirazione, ma cerco di mantenermi mentalmente fresco”.

Il pubblico francese: entusiasmo e sfide

Il secondo turno vedrà Djokovic affrontare il francese Corentin Moutet, un match che inevitabilmente lo porrà di fronte anche al caloroso – e talvolta rumoroso – tifo del pubblico parigino. “Mi aspetto che tifino per lui, com’è normale. Ma qui in Francia il tifo è più acceso rispetto ad altri Slam. Non è sempre facile, può essere fastidioso, ma bisogna accettarlo”, ha commentato con la solita lucidità.

Il serbo ha poi riconosciuto che a volte i limiti vengono superati, ma che l’importante è mantenere il rispetto reciproco. “Capisco i giocatori che reagiscono quando qualcuno oltrepassa la linea. Anch’io l’ho vissuto. Ma bisogna saperci convivere”.

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