Quando il gioco si fa duro

Quarti di finale, si fa sul serio e per la prima volta Jannik soffre in avvio concedendo il break nel terzo game. La reazione è immediata: Sinner prende di mira la linea di fondo e si procura tre palle break, trasformando la terza nel 2-2. La mobilità dell’australiano è una spina nel fianco e costringe a scambi lunghi ad alto rischio. Con pazienza e un paio di prime provvidenziali – punti balsamici e veloci – Jannik si porta sul 3-2. L’aspetto positivo di misurarsi con un tale muro di gomma – ma molto veloce e vicino al campo eh, non uno che la butta di là e basta – è la possibilità di entrare in ritmo, così Sinner risale da 40-15 a palla break, ma il suo rovescio s’infrange sul nastro e siamo di nuovo pari (3). Poi i servizi tengono e si veleggia fino al 5-4 Sinner. Nel decimo game De Minaur sfodera tutti i suoi progressi in battuta per cavarsi da un 30/30 velenoso. A ruoli invertiti è Sinner a salvarsi con lo smash: 6-5. De Minaur picchia con forza e trascina il set a giusto tiebreak. La roulette bulgara vede un paio di dritti sbagliati di Sinner che va sotto, poi recupera e gira sul 3-3. De Minaur adesso vola, prende tutto e trova buone soluzioni mentre Jannik perde la misura e il set.Il folletto australiano ora viaggia a una velocità di crociera ingestibile così Jannik deve tirare fuori dal cilindro un magico rovescio dal centro del campo e persino un ace di seconda per raggiungerlo sull’1-1. È il classico momento in cui bisogna tenere botta e aspettare che passi la tempesta. Il quarto game a zero è una boccata di ossigeno ma Alex non molla e restituisce lo schiaffo uguale e contrario: siamo 3-2 con tutta la pressione sulle spalle di Jannik. Sul 3-3 De Minaur si porta 40/0 ma Sinner lascia andare il braccio, trova profondità e rimonta fino a procurarsi due palle break che alla fine gli valgono un 4-3 insperato. Nel game seguente Jannik va sotto 15-40 sulle rispostacce del ventunenne di Sidney, ma riesce ad alzare il livello per un 5-3 fondamentale. Alex è bravo a rimanere in scia, lasciando a Sinner l’incombenza di servire per il set. Ancora una volta finisce sotto 15-40, ancora una volta tira fuori tutta la sua classe, esplora gli angoli del campo e pareggia il conto dei set. Il terzo parziale preannuncia sofferenza.Si comincia con il botto: Sinner gioca bene, strappa il servizio all’avversario e consolida sul 2-0, aiutato da qualche sbavatura (finalmente, verrebbe da dire) dall’altro lato del campo. Alex affronta ora un game complicato nelle premesse e nei fatti, si fa del male con due doppi falli infine crolla sotto il rovescio vincente lungolinea del campioncino italiano. La tavola è apparecchiata alla perfezione, l’importante è non smettere di pedalare troppo presto. De Minaur ora boccheggia e Sinner annega ogni dubbio portandosi sul 5-1 con determinazione quasi sadica poi, per non saper né leggere né scrivere, si procura tre match point in risposta e finisce il dirimpettaio come fosse un ragazzino qualunque, non uno che ha già giocato sei finali Atp.Domani ci sarà la semifinale con Mannarino, giocatore di esperienza, adatto al veloce – dieci finali e un titolo in carriera, tutti su erba o cemento – e perfettamente a proprio agio in questo contesto. 

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