Rafa Nadal, Kermode e la questione “prize money”

MONEY, IT’S GAS! – Il mondo del tennis professionistico sta vivendo un periodo di profondi cambiamenti. In questi mesi anche i più tradizionali e conservatori tornei sono stati costretti ad inserire nuove regole, per venire incontro alle esigenze del pubblico televisivo, dunque agli sponsor, ed inevitabilmente al dio denaro. Ma, come cantava qualcuno: “….non ti meravigliare se quando chiederai una aumento non te lo concederanno.”

FATTORE KERMODE  E’ in ballo in questi giorni il rinnovo del consiglio d’amministrazione dellATPChris Kermode, il suo attuale CEO, è sui carboni ardenti. Il cinquantaquattrenne ex tennista proveniente dal Lancashire è, infatti, poco gradito a diversi giocatori, i cui voti sono determinanti per la sua rielezione. Il consiglio di amministrazione dell’ATP è composto da 6 membri: tre in rappresentanza degli organizzatori dei tornei e tre in rappresentanza dei giocatori. A Chris Kermode servirà il voto di almeno due rappresentanti dei proprietari dei tornei e due rappresentanti dei giocatori per essere rieletto. L’ex direttore del torneo del Queen’s (per lui anche esperienza nel settore della musica, del cinema e come direttore delle ATP Finals dal 2008 al 2014) rischia così, se non trova il consenso dei giocatori, di non vedere realizzare i frutti del suo operato, ATP Cup su tutte.

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ATP PLAYER COUNCIL – I tre rappresentanti dei giocatori vengono eletti dal’ATP Player Council che, a sua volta, viene eletto per votazione dagli stessi giocatori. Il 30 giugno 2018 sono stati eletti i seguenti tennisti: Roger Rasheed, Rajeev Ram, Marcelo Melo, Kevin Anderson, Alexander Inglot, Colin Dowdeswell, Justin Gimelstob, Jamie Murray, Novak Djokovic, Claudio Pistolesi, Sergiy Stakhovsky, Gilles Simon, Bruno Soares. Al momento, i rappresentati dei giocatori professionisti all’interno del consiglio di amministrazione dell’ATP sono Justin Gimelstob (il commentatore e ex giocatore che sta affrontando un processo per accusa di percosse ad un amico della moglie durante la notte di Hallowen), David Egdes (stretto collaboratore di Gimelstob e vice presidente di Tennis Channel) ed Alex Inglot (ex direttore delle comunicazioni presso la società di scommesse Sportradar).

COLD WAR  Quella che si sta vivendo per adesso è una vera e propria guerra fredda. Da una parte i rappresentanti dei tornei, dall’altra i rappresentanti dei giocatori. Il motivo è determinato dal fatto che gli organizzatori dei tornei, pressati da sponsor ed altre esigenze, fanno i loro interessi senza curarsi troppo dei giocatori. Come appare evidentemente, i giocatori sono costretti a disputare troppi tornei, spesso su superfici e con palline troppo diverse. Tutto ciò, come lo stesso Nadal ha sottolineato più volte, determina un aumento significativo degli infortuni.

INFERNO  TENNIS – Ma non solo! Dietro la spettacolarità e la maestosità del gioco, delle location, dei soldi accumulati dai primi giocatori del mondo, degli sponsor, del “circus”, degli aerei privati....si nasconde un mondo abitato da una serie di pretendenti che non riescono ad entrare stabilmente nella top-100. Professionisti che si trovano in tabellone contro il numero uno del mondo ma che sono costretti spesso a dormire in camper o in aeroporto o in alberghi di terza categoria, senza coach, senza fisio, senza staff al seguito.

DICHIARAZIONE DI AUTONOMIA – Vasek Pospisil, eletto rappresentante dei giocatori ha invitato i tennisti classificati tra la posizione 50 e 100 del ranking ATP ad iniziare a comportarsi come uomini d’affari e non come un gruppo di bambini spaventati:”Abbiamo bisogno un amministratore delegato che rappresenta prima di tutto i nostri interessi , ha dichiarato il tennista canadese, che ha trovato l’appoggio del numero uno del modo Novak Djokovic (il quale già un anno fa di questi tempi invitava i colleghi alla creazione di una loro lega autonoma per tutelare meglio i loro interessi): “il tennis dovrebbe avere un’associazione dei giocatori separata dall’ATP.” Pospisil ha continuato: “la struttura di governance dell’ATP favorisce gli interessi dei tornei e dei loro proprietari.. È tempo di cambiare e l’obiettivo può essere raggiunto rimanendo uniti e chiedendo ciò che meritiamo per il nostro duro lavoro“.

PRIZE MONEY – Uno dei temi del quale i tennisti professionisti si sono maggiormente lamentati è relativo all’enorme divario esistente tra coloro che giungono fino alle fasi finali di un torneo e quelli che invece si arrestano ai primi turni. Proprio in questa direzione si sono fatti recentemente grossi passi avanti sebbene la situazione sia ancora lontana dalla sua soluzione.Dichiarò qualche tempo fa Kevin Anderson: “La situazione di noi giocatori è migliorata rispetto a quattro/cinque anni fa: se oggi sei nei primi 100 del ranking hai un ottimo tenore di vita. Il nostro obiettivo è estendere questa situazione ai primi 150-200“. Per qualcun altro, Viktor Troicki, invece, “Gli Slam stanno aumentando i prize-money ma in maniera molto minore rispetto alla crescita dei loro fatturati. Rispetto al totale degli incassi, ciò che arriva ai giocatori è ridicolo.”

SCOMMESSE – Il rischio è che giovani promettenti talenti si facciano allettare dal mondo delle scommesse e buttino via brillanti carriere. Sono numerosi gli esempi di tennisti coinvolti dal mondo delle scommesse che in questi anni sono tristemente balzati agli onori della cronaca. Alcuni di loro hanno già scontato le squalifiche, mentre altri non potranno addirittura più rientrare nel circuito. Altri ancora, infine, non staranno vivendo sereni alla luce delle inchieste in atto.

SPACCATURA – Ci sono tuttavia alcuni grandi nomi apertamente schierati con Kermode che preferiscono guardare al bicchiere mezzo pieno, affidandosi alla continuità ed alla progettualità in assenza di alternative valide. Uno di loro è lo svizzero Stan Wawrinka, pronto a ridare fiducia al presidente uscente: “La cosa più importante da fare ora è mantenere il nostro presidente” dice Stan.

“Tutte le cose che accadono dietro le quinte per provare a fare pressione su alcune persone e per cercare di spostare il consenso non sono corrette. Se si guardano gli anni di presidenza di Kermode, penso che abbia aiutato il tennis a trovarsi in un posto migliore. Personalmente penso che se dessimo un’occhiata solo ai risultati – sul tennis, sull’immagine, sul premio in denaro e su tutto – ha fatto un ottimo lavoro aggiornando tutto. Penso anche che alcune persone abbiano sicuramente un interesse personale”.

Ma anche Grigor Dimitrov ha dichiarato alla stampa che rimuovere l’amministratore delegato sarebbe stata la mossa sbagliata; l’australiano Nick Kyrgios, invece ha affermato: “Personalmente mi piace Chris” e “l’ATP stava andando nella giusta direzione con iniziative come l’ATP Cup.”

Nadal – Il numero 2 del mondo Rafael Nadal, che finora in carriera ha guadagnato oltre 103 milioni  di dollari in soli prize money, ha rilasciato queste dichiarazioni da Melborune: Lo sport non è giusto per tutti, anzi è proprio la vita che non è giusta per tutti. E’ questa la verità. È difficile risolvere questo problema, ma a un certo punto, secondo me ma secondo me abbiamo creato posti di lavoro nel nostro sport negli ultimi 10 anni e questa è la grande notizia.

Nadal, qualche giorno fa, aveva polemizzato sul fatto di non essere stato informato dal consiglio dei giocatori (di cui aveva fatto parte in passato) della riunione nella quale si cercava di stabilire quale linea mantenere relativamente all’affare Kermode.

Rafa ha sottolineato l’importanza del movimento di base anche nel tennis. Non è importante quanti soldi girano in vetta bensì quanti ce ne sono alla base: “Lo sport non è solo più grande se i migliori vincono un sacco di soldi. È più grande se più persone vivono di sport. La mia sensazione è che questo stia accadendo oggi più di dieci anni fa. Questa è una buona notizia.”

Il maiorchino si dichiara ottimista: “Gli organizzatori dei tornei, oggi, stanno finalmente capendo che è importante pagare di più nei primi turni, nelle qualificazioni, e anche i tornei minori stanno crescendoCredo che in linea di massima il tour stia migliorando. Paesi come l’Australia e Tennis Australia da soli aiutano molto a farlo accadere “.  

Anche su Kermode, come Stan Wawrinka, Rafa cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: “Credo che Kermode abbia probabilmente fatto un buon lavoro. Inoltre credo nei progetti a lungo termine, e penso non sia bello avere sempre dei cambiamenti perché è difficile sviluppare un buon progetto di lavoro se cambiamo ogni tre, quattro anni”. 

Insomma Chris Kermode, il nipote di Sir Derwent Kermode,  l’ambasciatore britannico in Indonesia dal 1950-1953 e in Repubblica Ceca dal 1953-1955, sembra avere ancora vita lunga mentre i tennisti per così dire “umani” dovranno ancora continuare a fare quadrare i conti come qualsiasi famiglia.

GET UP, STAND UP – La via d’uscita sembra dettarcela Dustin Brown. Classe 1984,  tedesco di  origini giamaicano, Brown è oggi numero 223 del mondo ma può vantare un best ranking da 64 del mondo. Secondo il sito dell’ATP ha collezionato prize money $ 2.772.616.
Per lui una vita tra challenger e qualificazioni. Fino a qualche anno viaggiava con un camper regalatogli dai genitori.

Contro Nadal, Brown, ha giocato le “partite della vita”, battendo il maiorchino prima ad Halle nel 2014 e poi a Wimbledon  nel 2015.
Sulla vicenda Kermode si è espresso così su un famoso social network:  “La soluzione è cambiare le persone al potere” twitta Dustin “o semmai cambiare il sistema?  Possiamo cambiare quanto vogliamo le persone al potere ma, se non cambi il sistema nulla cambierà”.
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