Rafael Nadal: “Io e Federer amici? Preferisco considerarlo un buon compagno”

Il tennista maiorchino, intervistato dalla Gazzetta, ha raccontato di questo momento di forma straordinario e degli ultimi risultati conseguiti su terra rossa, superficie che lo vede consacrato, per risultati, come il re. In quest'intervista ha parlato anche del rapporto fuori dal campo con altri tennisti, in particolare quello con Roger Federer.

Rafael Nadal ha vinto settimana scorsa la 75esima edizione degli Internazionali BNL D’Italia, battendo in finale il tedesco Zverev e confermandosi ancora una volta il re indiscusso della terra rossa. Grazie a questo successo ha collezionando il suo ottavo successo a Roma. In questa curiosa e simpatica intervista lo spagnolo ha trattato molti argomenti che lo riguardano da vicino come l’imminente Roland Garros.

SU ROMA – Ha iniziando l’intervista subito elogiando un torneo come quello di Roma, da sempre teatro di grande fascino e grande competizione: “Vincere al Foro dopo anni è stato molto bello. Il vostro è un torneo storico, con il quale ho avuto una storia d’amore che si è prolungata nel tempo. È così anche con Montecarlo, Barcellona e Madrid. Ma da voi c’è qualcosa di particolare. Nella testa mi resteranno per sempre due partite che considero indimenticabili: le finali del 2005 e 2006. Quest’ultima la giocai contro Federer, ma quella dell’anno precedente quando ho battuto Coria fu davvero incredibile”.

SU PARIGI E LA TERRA ROSSA – Nonostante il grande affetto che provi per il torneo romano, Parigi resta nel suo cuore e penso che così sarà fino al termine della sua carriera: “La finale del Roland Garros è la partita più importante al mondo sulla terra battuta. Su quei campi ho vissuto quasi tutte esperienze positive eccetto in due occasioni quando mi sono dovuto ritirare”. Con la terra rossa ha un rapporto più che speciale però ci tiene ad aggiungere un piccolo dettaglio: “Inutile dire che ho un rapporto speciale con questa superficie. Perché nel corso del tempo il mio gioco si è adattato molto bene. Vorrei comunque sfatare un detto comune: io come tennista non sono nato sulla terra rossa. Fin da ragazzino mi sono allenato molto anche sul cemento”.

CON FEDERER – L’avversario preferito da incontrare, colui con il quale ha condiviso il campo sia nelle sconfitte più dure che nelle vittorie più importanti, anche Rafa n’è certo, la rivalità con Roger Federer rimarrà nella storia del tennis: “Credo sia stata e sia una rivalità positiva che resterà nella storia del tennis. Tra noi c’è sempre stato fair play. Giocare contro Federer mi ha sempre dato una sensazione particolare, positiva. È senza dubbio uno scontro tra due stili di gioco.” Nonostante la grande sportività che esiste tra i due, Nadal non lo considera un amico: “La parola amico per me è importante. Non possiamo chiamare chiunque “amico”, i miei amici sono le persone che conosco da tanti anni e che sono presenti nella vita di ogni giorno. Con Federer ho un rapporto molto buono: direi che siamo ottimi compagni”.

SUI VARI PROBLEMI – Anche nel tennis così come in altri sportivi esistono argomenti delicati e sporchi, come quelli delle scommesse e del doping, il numero uno al mondo ci ha detto la sua, sperando che in futuro questi problemi svaniscano: “In tutti gli sport ci sono persone che imbrogliano. Ma credo che il nostro non sia uno sport nel quale si possa parlare di un serio problema di doping. I casi sono pochi rispetto ad altre discipline. Noi dobbiamo essere disponibili per i controlli un’ora al giorno, 365 giorni l’anno, comunicando dove ci troviamo. È un regime molto severo che garantisce la pulizia nel nostro sport – sulle scommesse aggiunge – “Nei tornei più piccoli probabilmente il problema esiste, da noi no. Credo che l’Atp abbia preso la questione molto sul serio e stia facendo un buon lavoro per tenere il nostro sport libero da queste cose.”

AL TERMINE DELLA CARRIERA – Per concludere l’intervista si è parlato anche di un argomento caldo, come il ritiro, cosa che in molti superati i 30 anni cominciano a pensarci: “Non mi spaventa l’idea che un giorno dovrò smettere. Il tennis è stata ed è una parte molto importante della mia vita, ma non è tutto. Ci sono tante altre cose che mi rendono felice, a casa e nel mondo. Ho la mia Accademia e la Fondazione che sono parti importanti del futuro. Mi piacerebbe essere ricordato come una persona buona, educata e rispettosa.”

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