Roger Federer: “In 10 anni a Dubai mi hanno fatto un solo controllo antidoping”

Roger Federer torna a parlare di lotta al doping, auspicando una frequenza sempre maggiore dei controlli.

Roger Federer, che si trova a Parigi per testare la sua schiena e cercare di capire se potrà prender parte al Roland Garros al via domenica 22 maggio, è tornato a parlare di lotta al doping.

AUMENTARE I CONTROLLI – “Non penso che il tennis soffra di un problema irrisolvibile di doping – ha premesso lo svizzero -, ma di certo bisognerebbe aumentare i controlli. La  Svizzera è il paese in cui si spende di più per fermare l’uso di sostanze proibite, e non lo trovo normale. Da 10 anni vivo a Dubai e sono stato controllato solo una volta, non lo trovo giusto”.

IL MEDICO DI CASA – L’attuale numero 3 del mondo continua: “In Svizzera vengo controllato di più: il ragazzo che fa i controlli è del mio Paese, è venuto a trovarmi subito dopo l’intervento. Mi piacerebbe che anche nel resto del mondo ci fosse questa serietà nei controlli”.

IL TENNIS HA UN BUON CONTROLLO ANTIDOPING – Nonostante questa puntualizzazione, secondo Federer il tennis ha in generale un sistema efficace nella lotta al doping: “Negli ultimi anni si è fatto molto per eliminare il problema, e la situazione è notevolmente migliorata. Sarei favorevole anche ad una lotta anti-doping retroattiva. Tenendo a disposizione i campioni di sangue per anche 10 anni, permettendo così alle nuove tecnologie  di scovare eventuali irregolarità del passato”.

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