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Sebastian Prieto, nuovo coach di Del Potro: “Ha ancora colpi e testa da top player”

NUOVO COACH DA SETTEMBRE – In un’intervista rilasciata alla testata online argentina Tenis Zone, Sebastian Prieto ha parlato dell’incarico che ha intrapreso, a partire dagli Us Open, come coach del tennista argentino. Lui stesso è stato un giocatore professionista, attivo fra gli anni ’90 e 2000 (si è ritirato nel 2010) e specializzato nel doppio. In questa disciplina, come suoi migliori risultati si ricordano 9 vittorie in tornei ATP 250 e quella nel Master 500 di Stoccarda del 2005. “Penso che la mia carriera come giocatore sia stata soddisfacente, soprattutto perchè mi ha permesso di crescere professionalmente, lavorare e vivere di ciò che mi piaceva. Ovviamente, una volta ritirato, vedo chiaramente come fossi più portato per il doppio – è anche per questo che negli ultimi anni della mia carriera ho fatto solo tornei di doppio”. In singolare, è arrivato quasi a varcare il muro dei top 100: “In singolo il mio best ranking è stato 137. Penso che ci fossero alcune cose che mi impedivano di dedicarmi completamente al singolo. Ad ogni modo, è stato un bel periodo per me, mi ha permesso di viaggiare, di conoscere bene dall’interno il circuito, ed è per quello che ora posso fare il coach”.

WORK IN PROGRESS – E riguardo a Del Potro? “Juan Martin è una persona calma, rilassata nella vita di tutti i giorni ma capace di concentrarsi e dare il meglio di sé al lavoro. In lui vedo le doti di testa e dedizione al lavoro che contraddistinguono i top players”. I due, naturalmente, già si conoscevano, e hanno giocato insieme in Coppa Davis. Poi riguardo al difficile recupero dagli infortuni al polso: “Inizialmente, il recupero della motivazione è partito da lui: ponendosi obiettivi, costruendo un team, ovviamente poi i risultati positivi hanno aiutato. Nella squadra, ognuno svolge al meglio il suo lavoro, e così facciamo sì che tutti funzioni”. Quasi nessun giocatore si può permettere di non avere una squadra alle spalle, ma la torre di Tandil ha trascorso tutto l’inizio del suo 2017 senza il supporto di un allenatore; “La relazione è molto cordiale, distesa, ma è vero che sono solo due mesi che lavoriamo insieme. Da quando ho iniziato con lui, a settembre, ho cominciato gradualmente a conoscerlo più a fondo. Ci siamo allenati un po’ a Buenos Aires, poi abbiamo fatto le ultime tappe del tour. Continuo a notare che ha dei colpi come pochi altri, e le qualità mentali per arrivare al top. Comunque, c’è ancora qualcosa da registrare; una collaborazione di questo genere richiede tempo per essere ben rodata”.

OCCHI AL 2018 – L’attenzione di Delpo e del suo team è puntata al 2018, anno da cui ci si aspettano traguardi importanti: “Penso che la chiave per la prossima stagione, per lui, sia essere fisicamente competitivo e in forma tutto l’anno. Penso che i risultati si vedranno crescentemente con il tempo; il punto è giocare tutto l’anno, come se fosse l’ultima volta”. Il primo torneo in programma è Auckland, in Nuova Zelanda su superficie hard, che servirà come preparazione per il grande appuntamento di gennaio: gli Australian Open.

Riccardo Artuso

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