Severin Luthi: “Djokovic non ha nulla di straordinario che lo renda imbattibile per Roger”

Da ben 11 anni Severin Luthi è uno dei più fedeli e fidati collaboratori di Roger Federer; l’allenatore svizzero vive a stretto contatto con il numero 3 del mondo per più di 200 giorni l’anno e, come rivelato in occasione di un’intervista concessa a Tages Anzeiger, ha intenzione di continuare a farlo ancora per un bel po’.

“Qualcuno può pensare che questo potrebbe essere l’ultima volta per Federer a Londra, a 37 anni, ma io non la penso così. Senza dubbio Federer continuerà a a giocare nel 2019. Non abbiamo mai parlato del suo ritiro”, ha detto Luthi, che poi ha continuato: “Se mi avessero detto che undici o dodici anni dopo Roger avrebbe continuato a giocare così bene non ci avrei creduto; anche se ho sempre creduto che potesse fare cose impossibili”.

Roger Federer in action against Borna Coric

Il coach del fenomeno elvetico ha anche citato le vittorie più emozionanti di questi ultimi anni: “Quelle degli Slam occupano un posto speciale, davanti a tutte le altre. La vittoria della Coppa Davis è stata molto bella per me. Il trionfo in Australia nel 2017 è stato decisamente speciale, non ce lo aspettavamo. Quando ha vinto la finale faceva fatica a crederci”.

E le migliori partite? “La finale degli Australian Open del 2017 è stata una prestazione fantastica, ma mi ricordo anche quando giocò contro Djokovic al Roland Garros nel 2011, lo sconfisse in semifinale nell’anno in cui il serbo stava mostrando il suo miglior tennis. È difficile confrontare le partite, dipende dall’avversario. Molti mi chiedono se oggi Federer sia un giocatore migliore di prima, non saprei rispondere. Nadal oggi gioca più vicino alla linea di fondo, forse è per questo che ora le partite tra loro due sono più spettacolari”, ha ammesso Luthi.

L’esperto allenatore ha rivelato anche che Federer non vuole assolutamente avere degli adulatori nel suo team: “Si potrebbe pensare che le stelle del tennis vogliano al loro fianco solo persone che dicano loro quanto siano bravi, ma uno dei punti di forza di Roger è che vuole essere criticato e spronato a migliorare; la stessa cosa vale per Stan (Wawrinka), ecco perché sono bravi, perché vogliono essere i migliori”.

Luthi ha poi definito il 2018 di Federer “un anno magnifico. Ha vinto quattro tornei, uno dei quali è uno Slam ed è stato numero uno del mondo”. Nonostante questa soddisfazione, Luthi ha ammesso che rispetto all’anno scorso Roger ha perso un po’ di brillantezza nel suo tennis: “Quando siamo arrivati a Melbourne nel 2017 gli ho sentito dire per la prima volta: “Non ho niente da perdere, posso giocare libero”. Questa cosa mi piacque molto. Senza questo atteggiamento non avrebbe vinto il torneo. Mantenere quel livello non è facile, soprattutto perché dopo quella vittoria è tornato nuovamente ad essere il grande favorito in tutti i tornei”, ha spiegato lo svizzero, che ha rintracciato nella mancanza di pressioni il motivo delle brutte prestazioni di Federer in alcuni commenti: “Per esempio a Parigi. È arrivato con niente da perdere dopo aver vinto a Basilea. Qualche volta mi ha chiesto cosa avesse da perdere. Anche se non vincesse più una partita, avrebbe comunque avuto una carriera incredibile. Nulla può cancellare tutto quello che ha conquistato”.

A Londra Federer ha confessato che a volte si sente come se giocasse più per non perdere che per vincere, e questo gli mette molta pressione: “Posso capire il suo pensiero. C’è una linea sottile tra il perfezionismo e il lassismo. Cercare di rendere tutto perfetto può essere controproducente. Per me un fattore importante è la fiducia in se stessi. Quando hai fiducia in te stesso istintivamente riesci a fare la cosa giusta”, ha commentato Luthi. Lo svizzero ha poi rilanciato la suggestione di un possibile ritorno di Federer sulla terra battuta: “Ne discuteremo a dicembre. Nel 2017 fare una lunga pausa prima della stagione sull’erba ha funzionato, ma una delle opzioni che stiamo valutando è di giocare qualche torneo sulla terra. Credo che Roger alla sua età non possa spegnere completamente il motore. Stiamo facendo continui aggiustamenti. Ciò che era giusto fare cinque anni fa, già oggi non lo è più è quello che è giusto fare oggi non lo sarà più già tra tre mesi. È un qualcosa che va valutato allenamento dopo allenamento. Roger non si allena cinque giorni di seguito; a volte tre, e poi si prende un giorno libero”.

Recentemente Federer ha anche ammesso di aver giocato da giugno con un infortunio alla mano destra: “Non gli piace accampare scuse, per questo non lo ha detto. Questo fastidio non lo ha aiutato ed è per questo che ha passato un brutto periodo con il dritto. Per fortuna il problema è completamente risolto”.

Infine, a Luthi è stato chiesto chi è, a suo giudizio, il giocatore più difficile da affrontare per Roger tra Djokovic e Nadal: “Non è una cosa fissa, cambia di volta in volta. All’inizio pensavo che Djokovic non potesse battere Nadal e poi, al contrario, pensavo che Nadal non potesse battere Djokovic. In questo momento Novak è un giocatore molto difficile da battere. È molto solido e estremamente forte in difesa. Però non ha nulla di straordinario che lo renda imbattibile per Roger. Se Roger gioca bene può batterlo”, ha concluso lo svizzero.

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