Sinner, bene così

Nemmeno il tempo di capire dove siamo e Jannik, avanti uno a zero, aggredisce in risposta, si procura  sei palle break in un game fiume e strappa la battuta all’avversario. L’approccio ai match abbiamo imparato a conoscerlo, è spesso rapace, il problema, casomai, è la continuità; Fucsovics ne approfitta per restituire la cortesia a zero senza troppi complimenti. Il quarto game regala altre tre palle break ma l’ungherese riesce a spuntarla: due pari con rimpianti per qualche pasticcio di troppo. Adesso è Sinner a complicarsi la vita concedendo altre due palle break, poi reagisce e vince ai vantaggi ribaltando con il rovescio lungolinea uno scambio controllato dall’ungherese. È la svolta nascosta di un match duro – cinque game in mezz’ora. Marton adesso sale 40/0, ma non c’è spazio per giochi facili, Sinner ora è leggero e risale fino a strappare il break con un rovescio incrociato dei suoi. Per confermare il vantaggio ci vuole l’aiuto insperato di Fucsovics che si consegna con un paio di gratuiti evitabili: siamo 5-2. Adesso l’ungherese ha smarrito la via e si arrende con un altro game pasticciato: Sinner ringrazia per questo 6-2 che nasconde le difficoltà incontrate.Finalmente possiamo tirare il fiato e ricostruire il contesto. Siamo a Sofia, al termine di questo tormentato 2020 tennistico. Il test, tutt’altro che banale, vede Jannik confrontarsi con lo stesso giocatore che l’aveva schiaffeggiato al secondo turno degli Australian Open, dieci mesi or sono. Il secondo parziale comincia con l’ungherese stranito e scioccato che subisce un parziale di 12-2 per il 3-0. La gara sembra chiusa sul 4-2 e servizio ma Jannik si incarta pesantemente, subisce la rimonta e sul 4-4 deve addirittura salvare una velenosa palla break: due ace e una battuta vincente gli valgono il 5-4. Sul 40 pari il passante di dritto di Sinner è meraviglioso: matchpoint che si concretizza grazie a un altro dritto al termine uno scambio lungo e prudente.È andata: partita strana, segnata da errori e insidie nascoste dietro a momenti in apparenza tranquilli. L’impressione è che per Sinner sia ancora difficile giocare in controllo, ma è comprensibile. Adesso è la volta di Huesler, ventiquattrenne svizzero poco noto ma molto in forma, capace di raggiungere la semifinale a Kitzbuhel e di sollevare due trofei Challenger prima di eliminare a sorpresa Basilashvili, salvando due matchpoint. Impossibile nascondersi dal ruolo di favorito, ma guai a sottovalutare un avversario in missione. Sarebbe un peccato perché questo torneo, snobbato dai big in attesa di Finals e vittima di altre defezioni di rilievo, rappresenta una buona occasione per molti giovani, da Shapovalov a Auger-Aliassime passando per De Minaur, o vecchie volpi affamate come Mannarino, Millman e Gasquet… in questo panorama anche Jannik può e deve dire la sua.

Nicola Balossi

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