Binaghi difende Jannik Sinner: “Il mondo è popolato da cretini e invidiosi”

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Dopo mesi segnati da tensioni e polemiche, Jannik Sinner si prepara a tornare in campo, ma il caso Clostebol continua a far parlare. Al centro della discussione, le parole del presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, che ha preso una posizione netta a difesa del numero uno del mondo, bersagliato da critiche e giudizi affrettati.

La crisi di Sinner e il peso delle critiche

Il periodo che ha preceduto l’accordo con la WADA, culminato con tre mesi di sospensione, ha profondamente segnato Sinner. Il giovane campione altoatesino ha vissuto uno dei momenti più difficili della sua carriera, arrivando persino a contemplare l’idea di lasciare il tennis. A pesare, oltre all’ingiusta sanzione accettata per mettere fine al clamore mediatico, sono stati anche gli atteggiamenti freddi e distanti da parte di alcuni colleghi, soprattutto durante gli Australian Open.

In un’intervista al TG1, Sinner non ha nascosto il disagio provato e la delusione per le parole di alcuni ex sportivi, come Federica Pellegrini, che non hanno risparmiato critiche. Sebbene abbia riconosciuto il diritto di ognuno di esprimere la propria opinione, Sinner ha lasciato intendere quanto le reazioni avessero pesato sulla sua serenità.

Binaghi: “Un mondo popolato da cretini e invidiosi”

In una dura intervista a Rai Radio1 Sport, Angelo Binaghi ha voluto dire la sua senza filtri. “Questa vicenda è servita a Sinner per capire come il mondo sia popolato da cretini invidiosi”, ha affermato, sottolineando come anche in Italia non siano mancate voci critiche, spesso disinformate e affrettate.

Secondo Binaghi, il caso Clostebol è stato giudicato con superficialità da molti, inclusi ex campioni e addetti ai lavori, incapaci – o non disposti – a leggere e comprendere i dettagli tecnici e giuridici della vicenda. “Quelli che intervengono a sproposito non hanno evidentemente il tempo, e a volte neanche la capacità, di leggere pagine e pagine di regolamenti”, ha aggiunto, puntando il dito contro una cultura dell’apparenza e dell’ignoranza dilagante anche nel mondo sportivo.

Un’opportunità di crescita personale

Nonostante tutto, Binaghi è convinto che questo passaggio doloroso si trasformerà in una fase di crescita per Sinner. Fino al caso Clostebol, il tennista italiano aveva affrontato la carriera “col sorriso sulle labbra, sempre con la voglia di divertirsi e scherzare”, mantenendo un atteggiamento genuino e disponibile. Ora, però, è arrivato il momento della maturità e della consapevolezza: “Quel che è accaduto serve per fare selezione”, ha osservato il presidente della FITP, descrivendo il circuito professionistico come uno specchio fedele della società, “con un’altissima percentuale di cretini che danno opportunità a quelli che, come Jannik, non lo sono”.

Il sostegno di Nadal e l’invito a voltare pagina

Tra le voci che hanno sostenuto Sinner, spicca quella di Rafael Nadal. Il campione spagnolo ha preso posizione pubblicamente, chiedendo di porre fine alle discussioni sul caso: “Perché si parla ancora di Sinner? È un bravo ragazzo, innocente, che ha accettato una squalifica ingiusta. Il caso è completamente chiuso”. Parole che Binaghi ha apprezzato particolarmente, definendo Nadal “il numero uno a livello umano”.

Il messaggio finale è chiaro: “Ora parlino le racchette”. Sinner è pronto a rientrare nel circuito, lasciandosi alle spalle una parentesi buia e guardando avanti con determinazione. E questa volta, più consapevole del mondo che lo circonda.

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