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Sinner, il “Mentalist” del tennis, centra la semifinale a Cincinnati soprattutto grazie alla sua forza interiore

Un po’ come Paganini che non ripete, Jannik Sinner, a distanza di una sola breve settimana, evita di replicare la sconfitta canadese patita dal russo Andrej Rublev in quel di Montreal.

Jan infatti centra la semifinale nel Masters 1000 di Cincinnati in rimonta con punteggio di 4-6 7-5 6-4 di 2 ore e 26 minuti di autentico calvario tennistico. Eh sì, perché il Numero Uno al Mondo ha fatto una fatica del diavolo per portare a casa un match che sembrava destinato ad un epilogo differente.

Partita dai due volti, se vogliamo, con l’altoatesino scarico, lento e macchinoso per un set e mezzo, fallosissimo in ogni fondamentale rispetto ai suoi standard abituali, a fronte di un Rublev inizialmente in ottima serata, che comanda il gioco come da cliché grazie a diritto e servizio.

Jannik, in virtù del suo superpotere, quello di non uscire mai con la testa dal match come solo pochissimi eletti riescono a fare, capovolge l’inerzia della partita quando va al servizio sul 5-4 a sfavore nel secondo parziale, dove non aveva sfruttato diverse chance di portarsi in vantaggio.

Sinner gestisce da fenomeno qual è la pressione che avrebbe schiacciato quasi ogni altro giocatore nella sua stessa situazione ed infine si aggiudica per 7-5 il sudatissimo set.

Nella terza frazione si è visto finalmente in campo un giocatore più centrato e preciso, e come spesso accade nel tennis, la crescita di un giocatore coincide con il calo concomitante dell’avversario: così è stato ed alla fine l’azzurro la porta a casa, più di testa che di tennis come dicevamo, ma sappiamo bene come da quel punto di vista lì, Jan sia veramente il Numero Uno del Creato.

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La giornata estremamente ventosa potrebbe avere influito negativamente sulla prestazione dell’altoatesino che fa dell’anticipo estremo sulla palla il suo credo tennistico, però sembra evidente che il freschissimo 23enne non sia ancora in condizione atletica smagliante.

Eppure ha vinto, nonostante tutto, dimostrando ancora una volta energie e forze mentali che gli consentono di ribaltare spesso e volentieri risultati sfavorevoli quasi già scritti.

Nell’intervista flash in campo a fine match, Jannik sintetizza perfettamente l’andamento dell’incontro:

  • “Oggi le condizioni erano difficilissime, ho avuto tante chance nel secondo set e ho pure servito sotto 5-4, sono contento della reazione e della vittoria”.

In semifinale, prima volta di un italiano a Cincinnati, e se mi si permette in un match che è la vera finale anticipata per blasone dei due protagonisti, l’azzurro avrà di fronte il temibile tedesco Alexander Zverev che pure lui in rimonta supera l’americano Ben Shelton col punteggio di 3-6 7-6 7-5 in quasi due ore di gioco.

La loro sfida si preannuncia complicatissima per il nostro Jannik. Storicamente l’azzurro soffre da sempre il gioco potente del tedesco, non a caso ci ha vinto solo una volta in cinque scontri diretti – Roland Garros 2020, in occasione della loro prima sfida in assoluto – ed in considerazione del momento particolarmente delicato che sta attraversando il nostro campione, dobbiamo sperare che scenda in campo una versione di Jan più vicina all’originale rispetto a quella vista ieri in azione con Rublo.

L’altra semifinale, invece inedita, vedrà impegnati Frances Tiafoe e Holger Rune: l’istrionico americano approfitta del ritiro del polacco Hubert Hurkacz sul punteggio di 6-3 in favore dello statunitense, mentre il bad boy danese si sbarazza facilmente con lo score di 6-4 6-2 dell’inglese Jack Draper.

Roberto Italyfirst Eusebi

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