Sir Andy Murray: dal paradiso all’inferno e ritorno

Australian Open, primo turno; Roberto Bautista Agut metteva fine, almeno in quel momento, alla carriera professionistica di Andy Murray. Dopo i problemi all’anca lo scozzese, nonostante l’intervento chirurgico, non era riuscito a rientrare in campo al 100%, soffrendo di dolori intensi che non gli permettevano in alcun modo di proseguire con il tennis. Poi un altro intervento, questa volta ben riuscito, e la speranza riaffiorata di poter tornare a giocare in maniera degna per un ex numero 1 al mondo.

Questa settimana, nel prestigioso ATP 500 sull’erba londinese del Queen’s, Andy tornerà in campo in doppio insieme a un altro amante della superficie: Feliciano Lopez. Al primo turno i due veterani dovranno vedersela con il duo colombiano formato da Juan Sebastian Cabal e Robert Farah, numeri 1 del seeding e della Race to London. In una conferenza pre-torneo il 5 volte vincitore del torneo ha dichiarato: Non so bene cosa attendermi e non mi pongo troppe aspettative da questo torneo. Già solo poter stare su un campo da tennis senza avvertire dolore è sufficiente. Il mio obiettivo è sicuramente quello di tornare a competere in singolare, ma in questo momento abbiamo valutato come il doppio sia la soluzione migliore per ciò che mi permette il fisico. [fncvideo id=62517 autoplay=false]

L’ipotesi del ritiro per Murray è stata palesata pubblicamente, come detto, durante il primo Slam dell’anno. Tutti ricorderanno le lacrime di un uomo distrutto dal dolore, dalla rabbia e dalla frustrazione dovuta al fato che, di fatto, gli stava impedendo di fare ciò che amava di più. Nell’ultimo anno e mezzo ci ho pensato svariate volte, non mi divertivo più. Ora questo piacere è tornato, d’altronde è quello che faccio da quando sono piccolo. Voglio solo poter tornare in campo godendomi al massimo il momento.

In ultimo, due parole sulle sue aspettative e reali possibilità a Wimbledon: Sarebbe bello poter vincere lì, ma in pochi hanno il privilegio di farlo. Non è impossibile, ma improbabile, perché non ho giocato troppe partite in doppio e spesso sull’erba si fa fatica a iniziare lo scambio; tutto si decide su pochi punti.

Lorenzo Lantelme

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