Il crepuscolo di un campione a Parigi
Stan Wawrinka ha scritto pagine indelebili della storia del tennis, ma il suo recente passaggio a Roland Garros lascia il sapore amaro del crepuscolo. A 40 anni compiuti e con una classifica che lo vede scivolato oltre la centesima posizione mondiale, il campione svizzero si è presentato a Parigi grazie a una wild card, consapevole che ogni partita potrebbe essere l’ultima sul grande palcoscenico.
Il sorteggio non è stato benevolo: Jacob Fearnley, giovane britannico in crescita, ha chiuso il match in tre set secchi. La sconfitta, dura ma non sorprendente, sembra essere un ulteriore segnale di una carriera ormai agli sgoccioli.
Tra passione e realismo
Wawrinka, visibilmente emozionato, ha affrontato con onestà e autoironia la conferenza stampa post-partita. “Sono qui davanti a voi dopo aver perso al primo turno”, ha esordito, lasciando trasparire una consapevolezza crescente: “È evidente che sono vicino alla fine, ma non smetterò ora. Ogni settimana mi avvicina di più, però penso di giocare ancora un buon tennis, mi muovo bene e continuo a divertirmi.”
Quello che manca, però, sono le vittorie. “Serve un equilibrio tra il sacrificio e i risultati. Al momento non sto vincendo abbastanza”, ha ammesso con lucidità. Il suo tono, benché sereno, tradisce la frustrazione di chi, nonostante l’impegno quotidiano, fatica a raccogliere quanto seminato.
Un bilancio di carriera da leggenda
Guardandosi alle spalle, Wawrinka non ha dubbi: “Ho ottenuto molto più di quanto potessi sognare da ragazzo. Il mio sogno era diventare professionista, giocare gli Slam… e ne ho vinti tre”. La voce si scalda quando ricorda i trionfi in Coppa Davis e le Olimpiadi: momenti che hanno impreziosito una carriera già straordinaria.
Eppure, oggi, l’energia spesa sembra superare il ritorno emotivo e sportivo. “Quando fai tanti sacrifici, almeno dovresti ottenere qualche vittoria. Ma diventa sempre più difficile”, ha confessato.
Il dilemma del ritiro
L’ombra del ritiro è ovunque, anche se Stan non ha ancora preso una decisione definitiva. “Mi pongo la domanda ogni giorno. Forse questo è stato il mio ultimo Roland Garros. Dipende dai risultati: se non salgo in classifica, non ci tornerò, nemmeno con una wild card”. Parole che suonano come un addio annunciato, sospeso solo dalla passione che ancora lo lega a questo sport.
In questo delicato equilibrio tra cuore e ragione, anche il supporto del pubblico gioca un ruolo decisivo. “La cosa più bella è avere la gente dalla mia parte, che mi sostiene. Non troverò mai questo calore in un’altra carriera”, ha detto con emozione. È questo il motivo principale che lo spinge ancora a scendere in campo.
L’ultimo capitolo?
Accanto a lui, Magnus Norman continua a credere nel progetto, lavorando con dedizione in ogni allenamento. Ma anche lui sa che l’orologio corre veloce. “Sono ancora un buon giocatore, ma in partita qualcosa non funziona. Lo vediamo ogni volta”, ha detto lo stesso Stan.
La fine non è ancora scritta, ma si avvicina. E se davvero questo fosse stato l’ultimo Roland Garros di Stan Wawrinka, il pubblico francese potrà dire di aver salutato uno degli ultimi grandi gladiatori del tennis moderno. Un campione che ha saputo vincere con stile e perdere con dignità.