![ben-shelton-c-e-un-aspetto-del-gioco-di-jannik-sinner-che-e-sempre-sottovalutato-[1]](https://www.tenniscircus.com/website/wp-content/uploads/2025/06/ben-shelton-c-e-un-aspetto-del-gioco-di-jannik-sinner-che-e-sempre-sottovalutato-1.webp)
Un ritorno atteso quasi due decenni
Per la prima volta dal 2006, il tennis statunitense festeggia la presenza di tre giocatori nella Top 10 ATP. Da lunedì 16 giugno, il ranking mondiale vedrà Taylor Fritz al numero 4, Tommy Paul all’ottavo posto e Ben Shelton al decimo, riportando gli Stati Uniti nell’élite del tennis maschile internazionale dopo diciannove anni di attesa. L’ultima volta che accadde fu nel 2006, quando Andy Roddick, James Blake e Andre Agassi condividevano l’onore.
Questo storico traguardo rappresenta molto più di una semplice statistica: è il simbolo tangibile di una generazione che sta finalmente portando nuova linfa a un movimento rimasto per troppo tempo lontano dai vertici.
Shelton: un’ascesa fulminea
Il protagonista più giovane di questo trio è Ben Shelton, 21 anni, che ha appena raggiunto la sua prima semifinale su erba a Stoccarda. La vittoria nei quarti contro il ceco Jiri Lehecka, con un secco 6-4 6-4, è stata una vera dimostrazione di forza: 18 ace, nessun punto perso sul primo servizio, e una seconda frazione in cui non ha concesso nulla al servizio. Una prestazione quasi perfetta, che conferma le sue potenzialità come uno dei migliori battitori del circuito.
L’ascesa di Shelton ha del sorprendente: quattro anni fa non aveva nemmeno un punto ATP. Oggi è tra i dieci migliori al mondo. Al termine del match, visibilmente emozionato, ha firmato l’obiettivo della telecamera scrivendo: “Top 10 baby. Gator Boys, stay hot.” — un messaggio che è già diventato virale tra i fan americani.
Shelton, originario di Atlanta, ha mostrato continuità e versatilità anche sulle altre superfici: ha raggiunto le semifinali all’Australian Open, disputato una finale a Monaco (persa contro Zverev), e ha saputo mettere in difficoltà persino Carlos Alcaraz al Roland Garros.
Il consolidamento di Fritz e Paul
Accanto a Shelton, Taylor Fritz consolida la sua posizione da leader del tennis a stelle e strisce. Il californiano, attualmente numero 4 del mondo, sta vivendo un ottimo momento di forma, come dimostra la sua presenza nella finale del torneo di Stoccarda.
A completare il trio c’è Tommy Paul, semifinalista a Parigi dove ha ceduto solo a un irresistibile Alcaraz. Il suo gioco solido e la continuità nei risultati l’hanno portato fino all’ottavo posto del ranking, rendendolo uno dei giocatori più affidabili del circuito.
Il ritorno degli USA tra i grandi
L’ultima grande epoca del tennis maschile americano risale ai tempi di Sampras, Agassi, Courier e Chang, quando gli USA dominavano sia nel ranking sia nei tornei del Grande Slam. Ma dal successo di Andy Roddick allo US Open 2003, nessun tennista statunitense ha più vinto un Major. A Melbourne l’ultimo trionfo fu nel 2003 con Agassi, mentre a Parigi e Wimbledon bisogna tornare addirittura al secolo scorso.
Oggi, con una generazione nata nei primi anni 2000 che sta progressivamente conquistando spazio — Shelton è il settimo nato nel nuovo millennio a entrare nella Top 10, insieme a nomi come Sinner, Alcaraz, Rune e Musetti — gli USA sembrano finalmente tornati a giocare un ruolo da protagonisti.
La nuova élite del tennis mondiale ha un volto giovane e sempre più internazionale. Ma da oggi, parla anche americano.
