Intervistato dal portale francese l’Equipe, lo zio più famoso del tennis ha parlato del successo di Roger Federer sul nipote Rafael, alla finale dello scorso Australian Open.
SU ROGER-“Avrei preferito incontrare qualcuno che fosse meno forte. Dopo aver visto Federer contro Berdych, Nishikori e Wawrinka, mi sono detto che sarebbe stato complicato affrontarlo. Ha giocato un torneo incredibile con il rovescio. Credo che questo si possa spiegare con due motivi. Prima di tutto, ha vissuto una settimana che lo ha motivato: ha sbagliato meno del normale e non ha mai abbandonato la scelta di colpire la palla più piatta. E poi non so se la superficie fosse più rapida o meno, ma giocare di notte ha aiutato Federer, visto che la palla non rimbalza così alta e per questo anticipare è più facile.
SU RAFA- Inevitabile il passaggio sul ritorno ad altissimi livelli di Rafa: “Ha giocato molto bene con Monfils, Raonic e Dimitrov. Per la prima volta dopo molto tempo, Rafa non ha avuto problemi fisici di cui preoccuparsi. Ha dovuto combattere con gli infortuni per molti anni: questo non ti fa dare il massimo in campo, non riesci ad avere l’attitudine ideale in allenamento e perdi troppa fiducia in te stesso. Appena ha potuto giocare senza dolore, è tornato ad esprimersi a un buon livello.Poi siamo stati rinforzati da Carlos Moya, che è stato davvero un valore aggiunto“.
In ultima battuta Toni si sofferma sul cambio di racchetta di cui si è parlato nei mesi scorsi per Nadal:“All’inizio del 2016 abbiamo commesso un errore con l’incordatura. Abbiamo cambiato per avere più potenza, ma abbiamo ottenuto solamente un calo di fiducia. A Indian Wells siamo tornati al vecchio attrezzo. A fine anno ci siamo guardati intorno per trovare una racchetta che rendesse il dritto più definitivo, ma alla fine abbiamo trovato un buon compromesso, utilizzando il modello originale ma aumentando il peso. Comunque la testa viene prima di tutto; determina tutto, ti consente di sviluppare il tuo gioco. Se non funziona quella, tutto diventa difficile, ma ora, da quel punto di vista, le cose vanno bene“.