Se è vero dietro ad un uomo di successo c’è sempre una grande donna, è altrettanto innegabile che dietro ad un grande fenomeno di marketing si cela un grande manager: e se Roger Federer può indubbiamente contare su una grande donna quale la sua amata Mirka, in pochi, eccetto gli addetti ai lavori, sanno in realtà che il campione svizzero può fare affidamento anche su uno dei più influenti manager sportivi sulla piazza, il tedesco Tony Godsick. Andiamo a scoprire, riportando le interessanti parole pronunciate da Godsick in un’intervista dei colleghi di Tennis Magazin , chi è Tony Godsick, l’uomo che ha contribuito a rendere tanto redditizio il fenomeno RF.
Tony Godsick è uno straordinario manager sportivo, che proviene da una famiglia dove lo straordinario è in realtà poco più che ordinario. Il bisnonno infatti, Richard Lewisohn, fu un ricercatore di grande fama, che si rese protagonista di una scoperta nel campo della medicina di capitale importanza, dimostrando come le trasfusioni di sangue possano indurre all’indesiderato fenomeno della coagulazione; il nonno materno era un pezzo grosso dell’amministrazione finanziaria della città di New York, e la moglie del super manager, una certa Mary-Joe Fernandez, è una che sui campi da tennis è stata in grado di mostrarci cose discrete. Tony Godsick si è pertanto limitato a perpetrare il tradizionale successo a cui la famiglia è da sempre abituata, quando, dopo gli US Open del 2005, ha deciso di divenire il manager di Roger Federer.
Dietro al rapporto professionale che lega i due si cela innanzitutto un profondo rispetto reciproco, che si tramuta in una stima che emerge in maniera lampante quando Godsick afferma che Roger “[…] è il migliore di tutti i tempi“ e che si sente onorato di collaborare con lui, e di “partecipare all’era d’oro tennis mondiale stando in prima fila“.
Quando Godsick ha iniziato a collaborare con Federer lo svizzero era già detentore di dette titoli del grande Slam, ma Tony era consapevole di come il fenomeno Federer potesse diventare ancora più grande, e di come lo straordinario successo sportivo potesse trasformarsi in un altrettanto straordinario successo economico e d’impresa, facendo dello svizzero un marchio globale. “La prima cosa che gli ho detto è stata: < Ascoltami, Roger, sei originario di un paese di piccole dimensioni, ma la Svizzera è anche un grande paese, con meravigliosi marchi globali. Sei un fenomeno globale, e devi fare affari con marchi globali>”.
Godsick si è quindi messo subito all’opera, e ha permesso allo svizzero di stipulare il primo straordinario contratto con un marchio di primissimo ordine quale Rolex, il produttore di orologi conosciuto in tutto il mondo e simbolo di esclusività universalmente riconosciuto come tale. Rolex è secondo Godsick il perfetto esempio di marchio adatto a rappresentare Roger Federer: “Rolex è sinonimo di successo, qualità e precisione. Questo è esattamente ciò che Roger rappresenta” afferma Godsick, che dimostra di avere le idee chiare in merito al profilo ideale di un marchio che voglia ambire ad essere sponsorizzato dal campionissimo elvetico.
L’agente di Roger deve quindi agire con estrema selettività, e non di rado di ritrova a dover rifiutare offerte, anche economicamente vantaggiose, da parte di marchi che non giudica idonei ad essere accostati al nome dello svizzero: “Molti agenti affermano di rifiutare numerose offerte; io lo ho fatto davvero, ho respinto 15 o anche 20 potenziali sponsor” afferma Tony.
Godsick è difatti animato da una propria filosofia, ed è sempre alla ricerca di sponsorizzazioni che siano in grado di stabilire una chiara connessione fra i valori che rappresentano ed il profilo di Roger; “Federer è cresciuto insieme al marchio Mercedes, sponsor ATP, e ama le auto; Mercedes è inoltre (come Rolex, ndr) un marchio premium – e quindi ecco il contratto con Mercedes. Prendiamo un altro esempio, il cioccolato Lindt. Federer è cresciuto con la cioccolata. Quando gioca bene, si concede una pausa, un vizio, ed ecco il cioccolato (forse qualche quadratino di cioccolato in più potrebbe concederselo anche il collega Novak Djokovic)”, ecco la filosofia Godsick spiegata in poche parole; il super manager aggiunge poi “Devi amare il prodotto, usarlo, crederci, altrimenti la sponsorizzazione non funzionerà. Se lo fa solo per i soldi, finisci per rovinare il marchio. Federer ha dieci contratti di sponsorizzazione, e otto di loro durano più di dieci anni. È incredibile.“.
Dal 2012 inoltre Godsick e Federer hanno fondato la loro personale agenzia di marketing, la Team 8, che ha conosciuto, manco a dirsi, uno straordinario successo di mercato. Godsick spiega il significato del nome scelto dal duo: “Team, perché siamo una squadra, perché la squadra è la cosa più importante. Serviamo i nostri clienti 24 ore al giorno, sette giorni su sette, indipendentemente da dove si trovino nel mondo. E per quanto riguarda l’8, è il numero preferito di Roger, è nato l’8/8.”; e guarda caso Godsick si è sposato proprio l’8 Agosto.
La Team 8 ha sede a Cleveland, in Ohio, dove trova l’appoggio di due investitori americani, ed è attualmente, oltre all’agenzia che rappresenta lo stesso Federer, la rappresentante di JuanMartin Del Potro, Grigor Dimitrov, e del giovane talento statunitense Tommy Paul. Godsick però ha un nuovo obiettivo, un giovane talento nel quale sembra credere molto, il tedesco Zverev, in merito al quale dice: “Credo fermamente in lui, sarà un tennista incredibile. È fantastico, si muove alla grande, sembra davvero capace di grandi cose“.
Secondo Tony Zverev diverrà il leader della nuova generazione di tennisti, giovani tennisti il cui sviluppo è un tema molto caro al campione svizzero rappresentato da Godsick; Roger è difatti da sempre, si sa, un ottimo modello per i giovani, non solo per le sue straordinarie gesta sul campo da tennis; è membro attivo del consiglio dei giocatori, parla fluentemente quattro lingue, mantiene sempre un atteggiamento esemplare ed è attivamente impegnato nel sociale con la sua associazione di beneficienza, impegno nel sociale che lo Svizzero porta avanti oramai da quando aveva 23 anni e assisteva la madre nelle sue attività a ricaduta sociale. “Può sembrare un cliché, ma Federer vuole lasciare lo sport in una forma migliore di quella che ha trovato.” afferma Godsick.
Il manager spende infine alcune parole sullo stato attuale della carriera dello svizzero, sottolineando come la sua fame di titoli non sia ancora doma ed elogiando la scientifica pianificazione del calendario annuale di cui Roger si è dimostrato capace negli ultimi anni, a partire dalla fortunatissima, così la definisce Godsick, scelta di prendersi una pausa per tutta la parte finale della stagione 2016, per poi rientrare nel miglior stato di forma possibile agli Australian Open 2017, primo tassello della straordinaria seconda giovinezza dello svizzero. “Dopo il suo infortunio di sei mesi nel 2016, Federer ha solcato di nuovo i campi nel 2017 agli Australian Open. Non è stata una decisione facile, ma è stato un investimento per il futuro. Roger sarebbe potuto tornare prima, ma cosa ne avrebbe potuto trarre? L’Olimpiade era finita, lo stesso dicasi per gli US Open. Pertanto, dopo tutti questi anni nel tour, si è concesso il tempo per riprendersi completamente. Di solito non hai questa opportunità nel tennis, ma col senno del poi, ci si può solo congratulare con Roger Federer per questa decisione“.