“Decisions lead to consequences” (“le decisioni portano alle conseguenze). Si può riassumere con questa frase, anzi a dirla tutta è proprio lui a farlo, il messaggio imparato da Stefanos Tsitsipas – tennista greco autore di un fantastico 2018 e protagonista di un 2019 cominciato ancora meglio con la semifinale raggiunta agli Australian Open, arrivata dopo la storica vittoria contro Federer negli ottavi – che da quel giorno di ottobre del 2016 non è più la stessa persona.
È proprio lui a raccontare, tramite un vlog sul suo canale YouTube – che oggi può contare circa 140.000 iscritti – la sua storia, che appunto risale ad un giorno di autunno di un paio d’anni fa, quando si trovava a Hersonissos, in Grecia, per disputare un torneo ITF.
“Era un giorno di riposo – esordisce Tsitsipas – non c’erano match in programma e perciò io, mio padre ed alcuni miei amici decidemmo di andare a correre sulla spiaggia. Ricordo che ci svegliammo presto e, dopo aver fatto circa 30/40 minuti di corsa, stretching ed esercizi vari, visto che stava per arrivare l’inverno e quindi faceva piuttosto freddo, decidemmo di andare a fare la sauna.
“Dopo 20/25 minuti in sauna – prosegue il greco – io e due miei amici optammo per andare in spiaggia in modo da darci una rinfrescata, piuttosto che fare una doccia o un bagno ghiacciato. Era una giornata estremamente ventosa e c’erano delle onde davvero alte. Decidemmo dunque di tuffarci in mare, senza però sapere a cosa stavamo andando incontro. Ricordo che, appena dopo essermi buttato, sbattei con la gamba su una roccia e, in pochissimi minuti, mi ritrovai a 30/40 metri dalla riva. Non capivo cosa stesse succedendo” dice Tsitsipas, la cui voce inizia a diventare sempre più rotta dall’emozione.
“Mi sentivo strano, come se fossi in pericolo, e in pochi secondi fui avvolto da un terribile senso di panico. La peggior sensazione mai provata nella mia vita. Lottavo contro le onde ma ero impotente, inoltre era impossibile nuotare verso la spiaggia. Sembrava che più lottavo meno possibilità avevo. Era la prima volta nella mia vita che mi sentivo affogare; riuscivo a respirare a malapena e non c’era nessuno che potesse aiutarmi. Non mi sono mai trovato così vicino alla morte.”
”Non riuscivo a pensare a niente in quel momento, non c’era nulla nella mia mente. Mi sentivo perso. Ad un certo punto fu come se il tempo si fermò, non si muoveva più niente attorno a me. Ebbi un flashback di tutta la mia vita, dal primo giorno fino ad allora, vidi tutti i bei momenti trascorsi, ma mi sentivo incredibilmente vicino alla fine. Per un secondo pensai addirittura di essere morto. È un qualcosa che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico.”
Per Stefanos, però, non era ancora finita dato che il suo angelo custode, suo padre Apostolos, entrò in azione.
“Vidi mio padre entrare in acqua, in pochi minuti mi raggiunse e iniziò a trascinarmi verso la riva. Potevo vedere la paura nei suoi occhi, ma anche nei miei. Poi, incredibilmente, con il piede toccai la barriera corallina e riuscii ad emettere un primo respiro dopo tanto tempo. Iniziai a respirare pesantemente. Fu una sensazione indescrivibile, la più bella del mondo. Se non ci fosse stata quella barriera corallina non so come sarebbe andata a finire o se ce l’avrei fatta. Mio padre riuscì a portarmi in salvo e ad aiutare anche i miei amici. Fu lui l’eroe. Ricordo di essere rimasto 15/20 minuti sulla spiaggia per realizzare quanto fosse successo.
Un’esperienza davvero forte, ma molto significativa per Tsitsipas, il quale non la scorderà molto facilmente. “Da quel giorno ho visto la vita da una prospettiva diversa, dandole molto più valore. Mi sono detto “dopo questo non puoi più avere paura, il peggio è passato”.
“Quest’esperienza mi ha cambiato notevolmente dal punto di vista psicologico. La paura mi ha abbandonato, ho iniziato a sentirmi pronto per affrontare qualsiasi cosa. Ero incredibilmente contento per non essere morto su quella spiaggia. Ringrazio Dio o chiunque fosse lì in quel momento per avermi dato un’opportunità. Lo apprezzo davvero.
Ecco il video completo: