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Under pressure rating: chi è il più freddo?

COS’È L’UNDER PRESSURE RATING? – Presto detto: la “valutazione sotto pressione” è un parametro che vorrebbe quantificare il rendimento di un giocatore in situazioni delicate o di stress; viene calcolato sommando fra loro le percentuali di break point (a favore) realizzati, di break point (a sfavore) annullati, di vittoria nei tie break e di vittoria al parziale decisivo (terzo o quinto set). Con i totali così ottenuti, è possibile stilare una classifica di “freddezza” nei momenti clue, e il risultato si può vedere, quest’anno per la prima volta, sul sito ufficiale dell’Association of Tennis Professionals.

Link: http://www.atpworldtour.com/en/stats/leaderboard?boardType=pressure&timeFrame=52Week&surface=all&versusRank=all&formerNo1=false

LA PAROLA AI NUMERI – Analizziamo in primo luogo la classifica che tiene conto dei risultati conseguiti in match con giocatori nella top 100. Non si notano grandi distacchi fra un giocatore e l’altro, ma a condurre è Roger Federer con un totale di 259,1: particolarmente buona la sua percentuale di vittorie al set decisivo, nonostante lo svizzero non sia più un giovincello – complimenti a Pierre Paganini e a un atletismo spettacolare! Subito dopo vengono Wawrinka e Djokovic, che però hanno giocato meno partite degli altri a causa degli infortuni che li tengono ai box da Wimbledon. Solo settimo Rafael Nadal, con un ottimo 70% di palle break salvate ma che purtroppo paga un “misero” 64% di set decisivi vinti. Alzi la mano chi, 5 o 7 anni fa, avrebbe previsto questo divario fra Roger e Rafa. Nella classifica contro i top 50, invece, il primo è, sorprendentemente, l’austriaco Sebastian Ofner (n. 135). Questo perché la quantità di match giocati non ha peso in questa statistica, e Ofner ha raccolto a Wimbledon una vittoria al quinto con Sock e poi un tie break con Cuevas. In futuro, forse sarebbe meglio tenere conto anche di questo, insieme alle percentuali.

Sebastian Ofner

Nella sezione dedicata alle partite con i top 20, primo della lista è Filip Krajinovic, grazie alla miracolosa settimana di Parigi Bercy in cui ha battuto Isner e Sock; niente male, per un giocatore che a inizio anno navigava nel circuito Challenger. 100% di set decisivi vinti (ma su un campione di 1 partita). Segue, con un risultato per lui molto soddisfacente, Andrey Rublev, che non ha mai perso un tie break né un set decisivo: buon punto di partenza per il 2018. Anche qua, non molto bene Nadal, decimo, con un 37% di break point convertiti che ha costituito, per lui, un considerevole peso nel corso della stagione; qualche errore di troppo dovuto all’orientamento più aggressivo al servizio di questi mesi. Passiamo all’ultima categoria, i match contro i top 10: il vincitore è Denis Shapovalov, forte di un 100% di vittorie nei tie break e nei parziali decisivi maturato nella vittoria su Nadal a Montreal – anche qui, unico dato preso in considerazione. Generalmente, vediamo percentuali di realizzazione al servizio quasi sempre sotto il 50% (Nadal e Federer intorno al 40%, Karlovic solo 20%; Wawrinka e Nole, invece, gli unici sopra).

RIFLESSIONI – Personalmente ritengo che per stilare in modo veritiero una classifica di questo tipo sarebbe necessario tenere conto del numero di match giocati in ogni categoria, eviteremmo così di vedere al primo posto tennisti che giocano sì e no tre tornei ATP all’anno. La statistica diventa interessante e molto significativa, però, per valutare i punti di forza di alcuni giocatori presi singolarmente: notiamo, ad esempio, che Nadal ha sempre eccezionali medie di salvataggio di palle break, il che lo conferma fra i ribattitori più temibili del circuito.

Riccardo Artuso

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