Da anni parliamo di come il tennis si stia trasformando sempre di più in un gioco fisico, dove a prevalere è il giocatore che riesce a combinare al meglio forza e resistenza. Forse, però, negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Basta dare una rapida occhiata al ranking ATP: dei primi 40 giocatori del mondo 21 superano i trent’anni. La situazione si fa sempre più buia per i giovani tennisti se prendiamo in considerazione solo le prime 10 caselle della classifica: ben 6 giocatori passano la soglia dei 30 e solo uno (Thiem) è sotto i 26 anni.
Nel 2006 i giocatori nella top 100 che superavano i 30 anni erano solo 7, ora ben 40.
Perché allora in uno sport dove la condizione fisica conta sempre di più e il “polso” sempre meno i vecchietti fanno così bene? Probabilmente il segreto sta nell’esperienza, scegliere il colpo giusto al momento giusto e soprattutto la freddezza nei momenti chiave di ogni match.
Tra gli over 30 nella classifica top 40 si stanno anche per aggiungere volti nuovi come Marin Cilic, Roberto Bautista, Albert Ramos, Sam Querrey e Mischa Zverev.
Ci è quindi chiarissimo come il tennis stia entrando in una fase dove l’esperienza è molto significativa, dove le partite si decidono in pochi punti e con una serie di decisioni che cambiano molto tra un giocatore giovane ed uno più esperto.
Siamo sicuri però che la tanto attesa next-gen possa far bene e farsi valere contro questi “vecchietti” che davvero non smettono di vincere e convincere.
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