Le interviste di Marat Safin sono uno di quegli eventi destinati a produrre ogni volta una grande risonanza fra appassionati ed addetti ai lavori, e perché il gigante Russo non è solito concedersi ai microfoni con grande facilità, e perché non vi è mai il rischio che le risposte offerte da Marat possano risultare scontate o prevedibili.
Marat è uno di quei personaggi che ognuno di noi vorrebbe intervistare almeno una volta nella vita, ed è pertanto con una certa qual dose di invidia che riporto le dichiarazioni rilasciate da Safin ad un collega di un portale russo, il quale collega, a dispetto della giovane età, si è fra l’altro dimostrato tutt’altro che timido nell’incalzare l’ex numero uno del mondo con domande non certo banali.
La traiettoria biografica di Marat si è dispiegata su una direttrice tutt’altro che tangente al mondo del tennis, dando ulteriore riprova, qualora ancora ce ne fosse bisogno, dell’eclettismo di un personaggio in grado di fare invida al “multiforme Odisseo“.
Safin, come molti sapranno, ha intrapreso una carriera politica che l’ha visto eletto per ben due volte alla Duma Russa, in un primo mandato completato sotto il governo dell’onnipresente Putin, dal 2011 al 2016, per essere poi confermato per un secondo mandato, interrottosi però nel 2017 per volere dello stesso Marat, dimessosi in seguito all’impossibilità nel conciliare gli impegni politici con quelli personali; così come si potrebbe senza remore asserire per la carriera tennistica del russo, nondimeno la carriera politica di Marat si è caratterizzata per un procedere degno, ci perdoniate il gioco di parole, delle migliori montagne russe, col parlamentare ex tennista che si è reso protagonista di deliberazioni quantomeno biasimabili, come quella a favore della cosiddetta legge “anti-gay”, approvata dal parlamento russo nel 2013 con l’obiettivo dichiarato di osteggiare ogni sorta di propaganda o simpatia in sostegno alla popolazione omosessuale del paese, o ancora il voto favorevole espresso da Marat in sede di approvazione della cosiddetta ‘Dima Yakolev Law‘, un disegno di legge ad hoc volto a proibire l’adozione di bambini di nazionalità russa da parte di coppie statunitense, e sorto in seguito ad un fatto di cronaca che vide coinvolta una famiglia della Virginia, il cui figlio adottivo di origini russe morì in circostanze tragiche.
Della carriera politica Safin parla senza paura, affermando come “Non provo vergogna alcuna per le leggi che ho votato durante il mio mandato. I nostri esperti in materia si sono espressi in un certo modo e noi abbiamo fatto affidamento sul loro parere”; alle altre domande di natura politica postegli dal coraggioso collega Russo, Safin ha preferito rispondere senza esporsi, in virtù del fatto che “oggi sono un cittadino libero parte della società civile, non più un politico“.
Se il capitolo Politica sembra oramai essere chiuso, il Safin odierno sembra essersi nuovamente reinventato, imprimendo alla sua avventurosa esistenza una improvvisa svolta “spirituale”; sebbene il russo si fosse già in passato dichiarato fedele, e praticante della religione musulmana, (confessione quella islamica, fra l’altro, abbastanza comune fra i tatari, etnia di origine del padre), nell’intervista rilasciata al portale Russo Marat ha affermato di aver abbandonato i dettami del profeta Maometto, per seguire quelli del più esotico Confucio, contenuti ne “Il libro dei mutamenti“, comparso poco tempo fa in una foto rinvenibile sul profilo Instagram dell’ex tennista; in merito alla sua vita, religiosa, Safin si è espresso come segue: “Non esiste alcuna religione, è un prodotto dell’uomo artificialmente orchestrato (che Safin volesse qui citare un certo filosofo di Treviri?) ,e tutti possono intuirne il motivo“; il collega ha poi domandato al russo delucidazioni in merito alla sua conversione, quanto meno impronosticabile, suscitando una risposta tanto seccata quanto misteriosa: “Ho oramai smesso di provare a spiegarlo, sarebbe un po’ come spiegarei colori a un cieco . Chi vuole capire, troverà da solo le informazioni che va cercando. Ovvio che non mi sia successo un giorno, così all’improvviso, è dipeso dalle mie esperienze di vita. Il mondo è come uno spettacolo teatrale e noi siamo gli attori“.
Lo stile di vita del nuovo Safin sembrerebbe dunque essere allineato con la sua rinnovata spiritualità, che, a dire dello stesso ex numero uno del mondo, lo porta a godere di una vita fatta di semplicità, senza velleità di imprese eroiche o straordinari trascorsi biografici, una vita all’insegna del relax e del viaggio; “Vado a dormire presto, verso le dieci o undici, e mi sveglio altrettanto presto, solitamente alle otto. Poi cammino, viaggio, ma non gioco a tennis, vado solo in palestra, per tenermi in forma“; Safin ha poi aggiunto “molte persone sentono il bisogno di fare qualcosa per ricordarsi di essere ancora vivi, e pochi sono davvero capaci di stare soli con se stessi per più di cinque minuti. Se proviamo a chiudere una persona in casa per un giorno intero, senza telefono e computer, sappiamo cosa succederebbe. Io non ho di questi problemi, non sento il bisogno di lavorare ed essere sempre indaffarato per potermi sentirmi normale e affermato“.
Lo stile di vita così descritto dal russo si declina pertanto all’insegna del viaggio, in un vagare per il globo che ha spinto Marat da Ibiza sino a Machu Picchu, in merito alla quale il russo ha detto “Mi ha fatto una forte impressione, e mi ha spinto addirittura a dubitare del fatto che sia stato davvero tutto opera dell’essere umano. Anche le guide turistiche a volte non sanno spiegare come tutto ciò sia successo“. E se vi chiedete come possa questo continuo vagabondaggio conciliarsi con la vita familiare o di coppia, Marat vi risponderà così “Basto a me stesso e ora voglio vivere da solo, sto bene così. Non sono un asociale, passo del tempo in un circolo, ma con persone che non chiamerei amici, quanto piuttosto compagni o colleghi. Non ho una fidanza né tantomeno una moglie, ma non ho alcuna intenzione di trovarne una, non ho intenzione di condividere la mia vita personale; ciò non è dovuto a qualcosa in particolare, è solo che per ora voglio solo viaggiare, senza essere vincolato a niente o nessuno. Amo la libertà, e mi piace non avere nessuno al mio fianco, solo calma e silenzio“.
Se calma e silenzio non erano certo le prime parole che venivano in mente a chi assisteva ai match dell’ex tennista, Marat sembra oggi un uomo nuovo, che non vuole più avere nulla a che fare con racchetta e pallina: “Il tennis mi stufa, ho chiuso con quel capitolo della mia vita. Se rimani rivolto al passato non vai mai avanti, e poi anche guardare i miei video su internet mi sembra strano, così come non mi piace nemmeno parlarne“.
Il nuovo Safin è servito, e non dite di essere sorpresi dall’ennesimo colpo di testa del maestrante Russo.
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Che nostalgia!