CIRCUITO ATP

Zverev contro il sistema di chiamata elettronica: “Errore evidente, parlerò con l’ATP”

Alexander Zverev continua la sua corsa al Mutua Madrid Open 2025, ma la sua vittoria sofferta contro Alejandro Davidovich Fokina è passata quasi in secondo piano a causa di un episodio destinato a far discutere. Il numero 2 del mondo, dopo aver superato il beniamino di casa al termine di una maratona di due ore e 44 minuti, ha sollevato forti dubbi sull’affidabilità dell’Electronic Line Calling (ELC) su terra battuta.

Una vittoria in rimonta, tra proteste e tensioni

Sul centrale “Manolo Santana”, Zverev ha rischiato grosso contro uno straordinario Davidovich Fokina, capace di strappare il primo set e di portare il tedesco al limite in ogni scambio. Alla fine, l’esperienza e la tenuta mentale del campione di Monaco hanno fatto la differenza: 2-6 7-6 7-6 il risultato di una battaglia risolta solo grazie a due tie-break impeccabili.

“Sono felice di aver portato a casa un match così complicato”, ha commentato Zverev a fine gara, riconoscendo i meriti dell’avversario: “Alejandro sta giocando il miglior tennis della sua carriera”.

Il caso del segno fotografato e il warning inevitabile

La vera bufera, però, si è scatenata durante il secondo set, sul punteggio di 5-4. In un momento cruciale, un colpo di Davidovich Fokina finito apparentemente largo non è stato segnalato come “out” dal sistema elettronico. Incredulo, Zverev ha indicato il segno lasciato dalla palla e ha chiesto spiegazioni all’arbitro Mohamed Lahyani. Ricevuto un netto rifiuto – il regolamento non consente agli arbitri di contraddire la tecnologia – il tedesco ha deciso di agire per conto proprio, estraendo il telefono dalla borsa per fotografare il segno.

Un gesto che gli è costato un warning per condotta antisportiva, ma che ha anche acceso i riflettori su un problema non trascurabile. Poco dopo, Zverev ha pubblicato la foto nelle sue storie Instagram, accompagnandola con un commento sarcastico: “Lascerò qui questa foto. Questa palla è stata valutata dentro. Una chiamata interessante…”.

Le accuse al sistema elettronico: “Non è normale”

Nel post-match, Zverev non ha nascosto il suo disappunto: “Credo ci sia stato un problema di sistema. Non stiamo parlando di un millimetro, ma di quattro, cinque centimetri”, ha detto ai giornalisti.
Nonostante si sia dichiarato favorevole all’introduzione dell’Electronic Line Calling, il campione tedesco ha messo in discussione la sua infallibilità: “Sono sempre stato un sostenitore della tecnologia, ma oggi qualcosa è andato storto. Normalmente funziona bene, non so cosa sia successo”.

Zverev ha anche annunciato l’intenzione di confrontarsi con i vertici dell’ATP: “Parlerò con il supervisor e con l’ATP. Quando succedono cose così evidenti, bisognerebbe permettere all’arbitro di scendere e controllare”. Una richiesta di buonsenso che riapre il dibattito sulla gestione dell’arbitraggio in un’epoca sempre più automatizzata.

Una questione aperta sul futuro della tecnologia

L’episodio di Madrid non è isolato. Solo pochi giorni prima, anche Arthur Fils aveva manifestato perplessità sull’accuratezza delle chiamate elettroniche su terra battuta. La superficie, notoriamente irregolare nei rimbalzi e nei segni lasciati dalla palla, rende infatti particolarmente delicato il compito dei sensori.

L’ATP aveva cercato di rassicurare il pubblico spiegando che “non bisogna fidarsi dell’occhio nudo” e che il sistema ELC era calibrato per garantire la massima precisione. Eppure, situazioni come quella vissuta da Zverev alimentano dubbi legittimi: quanto può essere ampio il margine di errore? Un centimetro? Due? Tre o più? Per ora, resta il silenzio da parte degli organi competenti.

In attesa di chiarimenti ufficiali, il gesto impulsivo ma significativo di Zverev riaccende una discussione che coinvolge il futuro stesso del tennis professionistico: tecnologia sì, ma senza perdere di vista l’equità sportiva.

Redazione Tennis Circus

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