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Abanda e Haddad Maia: due giovani da tenere d’occhio

Nell’insolita afa di Wimbledon, donne in prima fila nel regalare spettacolo ed emozioni. Sul Centre Court, ieri immiserito dal doppio ritiro degli avversari di Djokovic e Federer, la britannica Johanna Konta e Donna Vekic hanno dato vita a una sfida di straordinario spessore tecnico e tattico, chiusasi con il successo della prima per 10-8 al set decisivo.

Ma sono state altre due le giocatrici capaci di animare la giornata, pur uscendo sconfitte. In campo quasi contemporaneamente, le finaliste dell’ultimo Roland Garros hanno penato per venire a capo di avversarie poco conosciute a questi livelli ma meritevoli di attenzione. Simona Halep è stata sotto 3-5 nel primo set contro la brasiliana Beatriz Haddad Maia e anche nel secondo è riuscita a staccarsi solo negli ultimi tre giochi, in cui ha finito per conquistare 13 degli ultimi 14 punti e vincere 7-5, 6-3.

Ancora più delicata la situazione per Jelena Ostapenko, costretta a rincorrere la canadese Francoise Abanda per l’intera partita. Dopo aver ceduto il primo set per 6-4, la campionessa di Parigi ha proceduto a strappi nel secondo in cui è stata avanti 3-1, sotto 3-4, ha servito per andare al terzo sul 5-4, ha perso la battuta, si è rifugiata nel tie-break in cui l’avversaria è partita meglio (3-1 e 4-3 con due servizi) ma alla lunga la Abanda è calata e nel terzo parziale ha ceduto 6-3.

Mancina di San Paolo, classe 1996, Beatriz Haddad Maia solo di recente è riuscita ad entrare tra le prime 100 (adesso è 97) grazie agli ottimi risultati ottenuti da maggio in poi: i quarti conquistati a Praga dopo aver superato tre turni di qualificazioni e battendo Stosur e McHale, la vittoria nel 100.000$ di Cagnes-sur-Mer (senza cedere nemmeno un set), il main-draw conquistato a Parigi e la semifinale nel 125.000$ di Bol. Dotata di un ottimo servizio e di eccellenti qualità a rete, Beatriz ha tenuto testa alla Halep per quasi tutto il match, palesando ancora qualche lacuna a livello di continuità. Frenata nella maturazione agonistica anche da numerosi problemi fisici, la brasiliana ha le potenzialità per emergere ed entrare almeno tra le prime 50 del mondo alla fine del 2017.

Destra, di quasi un anno più giovane, Francoise Abanda è nata a Montreal il 5 febbraio 1997 ed è alla seconda qualificazione consecutiva in un major dopo quella ottenuta più di un mese fa a Parigi. Sull’erba di Roehampton ha superato Kalinskaya, Kudryavtseva e Zhu prima di imporsi con autorità alla giapponese Nara al primo turno del tabellone principale. La canadese ha ottenuto i suoi migliori risultati stagionali nel week-end di Fed Cup del 22/23 aprile, quando ha contribuito alla vittoria della sua nazionale contro il Kazakistan per 3-2 battendo sia Shvedova che Putintseva. Ieri le è mancato solo il colpo del ko contro una Ostapenko assai meno efficace di quella vista al Roland Garros ma, anche per Francoise, il cammino verso traguardi più prestigiosi e una situazione di classifica migliore sembra tracciato.

Peppe Nacca

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