Provaci ancora, Elina!

Anche in questo slam Elina Svitolina non è riuscita a spiccare il volo. Sempre costante, sempre temibile soprattutto nei tornei del circuito WTA, meno nei tornei dello slam. In molti speravano che dopo la brutta sconfitta al Roland Garros 2017, Svitolina avesse capito come affrontare la tensione nei momenti decisivi delle ultime fasi dei major, ma ciò non è ancora avvenuto.
La scorsa stagione è stata ad un passo dalla semifinale a Parigi, ma è riuscita a sprecare un vantaggio di 6-3 5-1 contro Simona Halep, subendo una clamorosa rimonta dalla rumena.
Quest’anno a Melbourne Elina Svitolina era ritenuta sin dall’inizio del torneo una delle principali favorite grazie anche al suo successo a Brisbane.
L’ucraina ha raggiunto agevolmente i quarti di finale, in cui ha sfidato Elise Mertens. Si sapeva che il match contro la belga non sarebbe stato semplice a causa del suo ottimo stato di forma, ma da una top 5 come Svitolina, capace di vincere tre Premier 5 in una sola stagione, ci saremmo aspettati molto di più.

Elina Svitolina, Australian Open 2018

Un piccolo problema all’anca l’ha accompagnata dalla finale di Brisbane, ma il vero problema oggi sembrava essere la pressione.
La pressione di essere numero 4 al mondo, la voglia di voler vincere uno slam, la voglia di voler diventare la numero uno al mondo a soli 23 anni. Non potrebbe spiegarsi altrimenti la sconfitta contro Elise Mertens per 4-6 0-6.
Un match in cui non è mai riuscita ad entrare, dominato da Mertens dall’inizio alla fine.
La belga non aveva nulla da perdere e ha continuato a cavalcare l’onda dell’entusiasmo, senza timore e senza pressione.
Elina Svitolina conosce bene il peso di questa sconfitta, lo dimostra il suo volto durante la conferenza. A tratti sembrava sull’orlo delle lacrime, che riesce a trattenere a fatica.

“Per me oggi è stata dura fisicamente. Prima del torneo ho avuto dei problemi all’anca, ho iniziato a provare dolore dopo la finale di Brisbane. Poi ha iniziato a peggiorare, a volte provavo meno dolore, a volte di più, per questo portavo il tape sotto i pantaloncini. Ho avuto fastidio per tutto il tempo ma sono andata avanti grazie a degli antidolorofici. Lei ha giocato molto bene, allungando gli scambi senza darmi alcuna opportunità. Io non riuscivo a spingere al servizio, ma devo darle merito, ha giocato molto bene.”

Elina è ancora giovane, in un certo senso può ancora permettersi queste sconfitte, a patto che non influiscano sul resto della sua carriera. Sono sconfitte cocenti, dure da dimenticare pur avendo l’attenuante dell’infortunio. Solo lei conosce nel profondo la vera causa della sconfitta, e sta a lei risolvere questo blocco mentale che la vede in forte difficoltà nelle fasi finali dei major.

Andrea Lombardo

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