Bernarda Pera, un ritratto

Una delle giocatrici più in forma di questo inizio di stagione nel circuito Wta è sicuramente Bernarda Pera, tennista mancina classe ’94, sconosciuta al grande pubblico fino all’exploit messo a segno all’Australian Open, torneo nel quale, da lucky loser, si è spinta fino al terzo turno, battendo, tra le altre, la britannica Johanna Konta, testa di serie n. 9. Un risultato decisamente inaspettato, che, però, ha consegnato al mondo del tennis una giocatrice capace di confermarsi ad alti livelli, come dimostrato dal quarto di finale perso per un soffio contro Madison Keys sulla terra grigia del “Volvo Car Open” di Charleston nella giornata di ieri.

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Sebbene difenda i colori statunitensi, Bernarda non è nata sul suolo americano, ma vi si è trasferita solamente dopo alcuni anni per completare la sua formazione tennistica. Pera, infatti, è nata in Croazia, più precisamente a Zara, cittadina sulla costa della Dalmazia, da sempre crocevia di popoli e culture, come ben testimoniato dalle rovine romane e veneziane che impreziosiscono il suo stupendo centro storico. La giovane tennista, prima giocatrice della città dalmata a vincere una partita a livello Slam, come tanti altri talenti prima di lei, è stata costretta ad emigrare dalla sua terra natale per poter realizzare il sogno di diventare un’atleta professionista e ha trovato negli Stati Uniti la sua seconda casa. “In Croazia non avevamo delle buone condizioni per allenarci. A Zagabria ancora ancora, ma a Zara non era possibile giocare d’inverno, dovevamo giocare all’aperto e non era proprio possibile farlo quando pioveva. Allora, durante un inverno, abbiamo deciso di andare negli USA, per provare a vedere come andava. Ci è piaciuto e siamo rimasti. Ho iniziato a collaborare con la federazione statunitense e tutto è iniziato così – negli Stati Uniti è tutto organizzato, hai tutto vicino, noi abbiamo anche dei parenti, non è stato un problema abituarsi”.

Il legame di Bernarda con il suo paese natale, però, è ancora molto forte e Zara è tornata ad essere un luogo importante sia per il tennis (il suo allenatore, Lovro Roncevic, è a sua volta originario di Zara e i due, molto spesso, si allenano proprio nella cittadina sulla splendida costa croata) sia per la sua vita privata: “Mi piace passare il tempo a Zara, mi fa piacere essere a casa, gran parte della mia famiglia è lì, il mio allenatore è di lì, tutto si è incastrato perfettamente. Lovro mi piace, è calmo, e quando lo guardo non mi trasmette mai ansia, anzi mi tranquillizza molto. Oltre a questo mi ha sistemato il gioco, ora è più ordinato, mentre prima era più caotico – adesso gioco seguendo un piano, so esattamente cosa devo fare”

Oltre agli insegnamenti di coach Roncevic, anche l’influenza della scuola americana è ben visibile nel gioco solido ed equilibrato di Bernarda; dotata di un discreto servizio, la ventitreenne originaria de Balcani ama giocare d’anticipo, sia con il dritto, più arrotato e sicuro, sia con il rovescio bimane, molto più piatto e diretto, ma non disdegna le rotazioni in back spin, soprattutto in fase difensiva. Giocatrice dal fisico leggero, ma ben strutturato, Bernarda possiede ottime capacità atletiche, che le permettono di rendersi pericolosa sia sul cemento che sulla terra battuta; il suo punto debole, al momento, è rappresentato da una tenuta mentale non ancora perfetta, troppo spesso, infatti, tende a lasciarsi sopraffare dalle emozioni e dalla paura.

Appena qualche mese fa, dopo l’inaspettato exploit di Melbourne, l’americana aveva dichiarato: “Il mio primo obiettivo è entrare nella top 100 e poi cercare di salire ancora. Ora dovrei essere molto vicina, poi, con calma, andremo avanti: top 50, 20, chi lo sa”. Da lunedì Bernarda potrà dire di aver completato rapidamente il primo step; i quarti di finale raggiunti a Charleston questa settimana, infatti, le consentiranno di entrare finalmente tra le prime 100 giocatrici del mondo, per la precisione alla novantesima posizione, un traguardo assolutamente impensabile fino a poco tempo fa.

Fonte delle dichiarazioni: Ubitennis

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