Deborah Chiesa: un balzo deciso verso il tennis che conta

Deborah Chiesa

Nella competizione che si è svolta in Polonia, Deborah Chiesa è partita come la quarta testa di serie. A parte la finale, che si è rivelata equilibrata e combattuta, nei turni precedenti la tennista azzurra ha letteralmente travolto le avversarie, non concedendole nemmeno un set. La vittoria di questo torneo rappresenta la degna conclusione di una stagione disputata davvero ad alti livelli. Si ricorda che la 21enne nata a Trento, in virtù dei 50 punti conquistati a Zawada, andrà ad inserirsi all’interno delle 200 migliori giocatrici del mondo, precisamente alla 185esima posizione. Un deciso balzo in avanti, se si pensa che solo l’anno scorso era piazzata al 468esimo posto. Questo traguardo le assicurerà un posto alle qualificazioni della prossima edizione degli Australian Open.

E’ auspicabile che Debora Chiesa, già nella prossima stagione, sia in grado di compiere il passaggio definitivo verso il tennis di alto profilo e quindi di entrare almeno nelle top 100 della classifica mondiale. Sotto il profilo del gioco, diversi osservatori hanno rilevato come la tennista italiana sia in continuo miglioramento. Si crede che questa crescita, qualora sia sostenuta dalla continuità delle prestazioni e dei risultati, nel prossimo futuro le permetterà certamente di essere una delle protagoniste del tennis femminile azzurro. Dal punto di vista atletico, si può già affermare che Deborah sia in grado di sostenere i ritmi forsennati del tennis professionistico contemporaneo. L’unica incognita sarà l’aspetto mentale, poiché a certi livelli si ritiene essere una qualità indispensabile. Quando si gioca spesso e si cambiano rapidamente i luoghi dove si disputano le competizioni, si accumula stress ed è necessario saperlo gestire al fine di non esserne influenzati e di mantenere sempre elevata la concentrazione. Di conseguenza, è importante svolgere un allenamento specifico, che abitui l’atleta ad avere un’adeguata forza psichica per affrontare le partite e le continue pressioni che vengono dall’esterno. Un attitudine, peraltro, che va coltivata anche per sostenere le proprie motivazioni nelle performance di lungo periodo.

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