Un ritorno incoraggiante, ma non privo di ostacoli
Emma Raducanu ha fatto parlare di sé al WTA 500 del Queen’s, dove ha raggiunto i quarti di finale, dimostrando segnali di ripresa dopo mesi altalenanti. Le due convincenti vittorie su Cristina Bucsa (6-1 6-2) e Rebecca Sramkova (6-4 6-1) avevano acceso l’entusiasmo del pubblico britannico, ma l’avventura sull’erba si è interrotta al terzo turno contro la cinese Qinwen Zheng, che si è imposta in due set.
Se il percorso tecnico sembrava in fase di consolidamento, a preoccupare è stato l’aspetto fisico: Raducanu ha rivelato in conferenza stampa di soffrire da settimane di un fastidio alla schiena. “Ho avuto problemi alla schiena fin da Strasburgo. È qualcosa che va e viene. L’ho gestita abbastanza bene ultimamente, ma dopo cinque partite, anche se due erano di doppio, ho iniziato a sentirla davvero”, ha spiegato la 22enne. Durante il match contro Zheng, è stata costretta a ricevere cure in campo: “Mi hanno fasciato per avere più stabilità e mi hanno dato degli antidolorifici. Questo è tutto”.
Una fragilità nota, ma sotto controllo
Nonostante la preoccupazione visibile, Raducanu ha chiarito che non si tratta di un problema nuovo. “Ho già avuto problemi alla schiena. Penso che sia semplicemente una mia vulnerabilità. So di dover prendermene cura con attenzione. Non credo sia nulla di grave, ma è fastidioso e richiede un trattamento attento”, ha dichiarato.
Queste parole evidenziano una maturazione importante nella consapevolezza del proprio corpo e della gestione degli imprevisti fisici. La britannica, che è prossima a riconquistare la posizione di numero uno d’Inghilterra ai danni di Katie Boulter, ha sottolineato come le sue priorità siano cambiate. “I miei obiettivi non sono più essere testa di serie. Voglio migliorare il mio gioco e, quando affronto le migliori, competere davvero. Preferisco una partita combattuta anche se esco al primo turno, piuttosto che arrivare al terzo e perdere senza lottare”.
Ritorno in patria e motivazione ritrovata
Il torneo al Queen’s ha rappresentato anche un ritorno alle origini e un’occasione per riscoprire motivazioni più profonde. Raducanu ha confessato di cercare ancora il ritmo ideale sull’erba, ma ha mostrato voglia di crescere: “Ci sono colpi in cui sono al di sotto del mio livello desiderato, quindi ci sto lavorando. Voglio restare qui e giocare il più possibile”.
Un momento particolarmente emozionante è stato per lei calcare il campo centrale intitolato ad Andy Murray. Non ha nascosto la sua ammirazione per il tre volte campione Slam: “Quello che Andy ha raggiunto è incredibile. È un’ispirazione per tutti noi. Vederlo inaugurare il campo è stato immenso. Per noi ragazze, avere finalmente un torneo qui dopo anni in cui guardavamo solo gli uomini in TV è fantastico”.
Tra speranza e realismo
Emma Raducanu, ex numero 10 del mondo, vive oggi una fase di transizione. Tra ambizioni ricalibrate e consapevolezza fisica, il suo cammino sembra più concreto, meno legato ai riflettori e più fondato sul lavoro quotidiano. I segnali tecnici sono incoraggianti, ma la tenuta fisica resta un nodo cruciale per il suo futuro.
Con Wimbledon alle porte, gli occhi saranno ancora una volta puntati su di lei. Ma questa volta, Raducanu sembra pronta ad affrontare il percorso senza pressioni inutili, con una nuova mentalità e il desiderio di ritrovare se stessa, un punto alla volta.
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