Garbine Muguruza, l’onda spagnola che spaventa Serena

LA SCONFITTA DA RICORDARE – ” L’ultima volta che abbiamo giocato qui in Francia lei è stata capace di vincere il match. Ho imparato molto da quel match; io odio perdere ma quando mi capita spero che ne possa valere la pena. Quell’incontro è stato uno di quelli necessari. Ho imparato tantissime cose da quella sconfitta, è stata una lezione indimenticabile per me”.
Così Serena ha ricordato la sconfitta patita da Garbine al secondo turno del Roland Garros 2014.

GARBINE PUO’ OSARE- Tanto è cambiato da allora; Serena ha raggiunto quota ventuno nel computo degli Slam vinti, mentre Garbine , come previsto, stazione nei piani altissimi del ranking. Ma alla spagnola manca ancora qualcosa, manca il vero acuto, ovvero uno Slam. L’ha sfiorato Garbine, lo scorso anno a Wimbledon , dove Serena la privò del suo sogno. Un doppio 6-4 che ebbe il sapore della lezione; la giovine aveva ancora tanto da imparare. Ancora troppo grande il divario tra le due. Si sa,  una finale Slam non è match come altri, non è finale come le altre.  Oggi la numero quattro del mondo sembra invece più pronta a fermare la corsa della Williams. Garbine è maturata, molto. La spagnola, invero, non viene da un buona metà di stagione, il suo bilancio è discreto. Inoltre, paradosso tra i paradossi, la terra rossa non sembra esaltare le sue qualità. Il suo gioco così veloce, aggressivo e  immediatamente verticalizzato si addice di più ai campi duri. Un unicum tra gli spagnoli. Eppure, Garbine può far male a Serena anche sulla terra rossa, e lo sa. Lo ha dimostrato il suo cammino nel torneo. L’iberica dovrà però tenere a bada i  nervi, non cadere nei suoi vortici che la portano talvolta a sragionare in campo, e quindi a sbagliare tanto.


IL COACH GIUSTO  AL MOMENTO GIUSTO – In questo , per sua fortuna, ha al suo fianco un vero mago. Sam Sumyk sa bene come  canalizzare al meglio le debordanti energie nervose frutto di temperamenti fumantini. I progressi fatti in questa direzione sono ormai evidenti. Il resto potrebbe farlo quel latente senso di insicurezza che la sconfitta di New York sembra aver prodotto nel profondo di Serena  e che, ogni tanto, fa capolino. Sarà battaglia e Garbine sa  che potrà affrontarla con la libertà mentale della sfavorita; condizione ideale  per chi, come lei, ama imporre il proprio gioco senza però portane il peso, l’obbligo. Potremmo dunque assistere alla prima vittoria di una delle più solide realtà del circuito femminile, così come accaduto a Malbourne o, invece,  potremmo vedere Serena affiancare la Graf nel numero di Slam vinti. Ma, per quanto strano  possa sembrare, la sensazione è che sia proprio Garbine , più di Serena , a poter  decidere in che direzione andrà l’atto finale del Roland Garros 2016.

Piera Camerlingo

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