Dopo anni di confusione in cui a seconda del Major cambiava il regolamento del terzo set, con conseguente confusione tra gli appassionati e malcontenti tra i giocatori, i 4 tornei più importanti del circuito hanno deciso di unificare i propri regolamenti. Finalmente tutte le 4 competizioni dello Slam prendono una decisione unitaria annunciando un tie-break a 10 sul 6-6 del parziale decisivo per tutte le categorie, anche quelle Wheelchair e Junior. Nel comunicato si legge che, a partire dall’edizione 2022 del Roland Garros, nel set decisivo sul punteggio di 6 giochi pari verrà disputato un tie-break a 10 punti. Non sono però allineati su tutto: se Us Open, Australian Open e Roland Garros per le categorie del doppio misto, doppio Juniores e doppio Wheelchair hanno deciso che il terzo set sarà solo un tie-break a 10, a Wimbledon anche in queste categorie il tie-break scatterà sul punteggio di 6-6, disputando così tre parziali interi.

https://www.wimbledon.com/en_GB/news/articles/2022-03-16/grand_slam_tournaments_jointly_announce_10point_final_set_tiebreak_at_six_games_all.html

La formula del tie-break a 10 sul 6-6 era già in vigore agli Australian Open, ma così non era negli altri tornei: a Parigi si giocava ad oltranza, a Londra il tie-break partiva sul 12-12 e non sul 6-6, mentre a New York il tie-break era sempre sul 6 pari ma con regole classiche (vince il primo a 7 punti).
Con questa novità non ci saranno più match maratona, che hanno fatto la storia del tennis. Non ci saranno più match come quello tra Isner e Mahut che nel 2010 si sfidarono per 11 ore e 5 minuti sui prati londinesi in una partita terminata 70-68 per l’americano.

Non solo questa partita, ma molte delle partite più storiche del tennis sono finite ad oltranza, come la finale di Wimbledon 2008 tra Federer e Nadal che diedero spettacolo fino al 9-7 al quinto in favore del maiorchino, che conquistò il suo primo successo sull’erba di Wimbledon, o la sfida tra lo stesso Nadal e Djokovic in Australia nel 2012. E se non si trattava di partite bellissime come quelle tra mostri sacri, spesso e volentieri si rimaneva a guardare per le emozioni che questi incontri regalavano, come nel match tra Giustino e Moutet al Roland Garros 2020.

Sicuramente i long set non erano garanzia di spettacolo: l’esperienza di Wimbledon 2018 con una semifinale (quella tra Anderson e Isner finita 26-24) lunghissima, che per di più ha donato alla finale un Anderson stremato compromettendo lo spettacolo dell’ultimo atto del torneo, è un ricordo vivo nella memoria degli organizzatori, i quali hanno ritenuto necessario agire. Forse però si poteva trovare un compromesso con un tie-break sul 12-12, come aveva provato a fare lo stesso torneo di Wimbledon dal 2019, e che ci ha donato una finale leggendaria come quella tra Federer e Djokovic ad appannaggio del serbo.

Luciano De Gregorio

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