Per Iga Swiatek, il Roland Garros non è solo un torneo. È casa. Su quei campi di terra rossa parigina, la tennista polacca ha costruito gran parte della sua leggenda recente, sollevando quattro trofei nelle ultime cinque edizioni. Eppure, l’edizione 2025 si apre in uno scenario diverso, con ostacoli nuovi da affrontare e un atteggiamento tutto da ritrovare.
“Mi sento proprio bene qui. E fuori dal campo, sembra davvero casa”, ha dichiarato la numero cinque del mondo alla vigilia dell’esordio, fissato contro la slovacca Rebecca Sramkova. Ma, al di là del comfort emotivo che Parigi le offre, Swiatek sa bene che la vera sfida si gioca altrove: nella testa, nel cuore e nel coraggio.
Dopo la vittoria dello scorso anno in finale contro Jasmine Paolini, Swiatek ha vissuto una stagione sul rosso al di sotto delle sue abitudini. Una semifinale a Madrid conclusa con appena due game vinti contro Coco Gauff e una precoce eliminazione agli Internazionali d’Italia contro Danielle Collins l’hanno fatta scivolare alla posizione più bassa del ranking dal 2022.
Questo ha acceso un campanello d’allarme per la polacca, che ha ammesso di aver dovuto rivedere radicalmente il suo approccio. “Dopo Roma ho avuto molto tempo per riflettere sul mio gioco e sul mio atteggiamento”, ha spiegato. “Mi sono concentrata sul cambiare alcune cose e sull’aumentare l’intensità, perché sento di non iniziare le partite nel modo giusto”.
Più che un problema tecnico, è stata una questione di energia mentale: troppe aspettative, troppo perfezionismo, poca leggerezza. “Pensavo davvero di affrontare gli errori nel modo giusto, ma in realtà li fissavo nella mia mente”, ha confessato. E nonostante gli avvertimenti del suo team, solo con il tempo Swiatek ha compreso quanto quell’ossessione per la perfezione stesse diventando un limite.
Con l’obiettivo di difendere il titolo e ritrovare il proprio miglior tennis, Swiatek si affida ora a un mantra diverso: positività e coraggio. “Voglio essere più positiva su quello che sto facendo e non concentrarmi troppo sugli errori. Vorrei semplicemente buttarmi di più, essere più coraggiosa”, ha detto con determinazione.
Dal punto di vista tattico, non si tratta di rivoluzioni, ma di aggiustamenti e, soprattutto, di una nuova attitudine mentale. Il lavoro principale, ha sottolineato, dovrà essere fatto in partita. Gli allenamenti vanno bene, ma è nel momento della verità che serve cambiare marcia.
Un altro fattore su cui Swiatek punta è la sua capacità di adattamento alle condizioni del Roland Garros, notoriamente variabili: “So già cosa fare, che sia caldo o freddo e umido. Se mi adatto bene, posso giocare in entrambe le situazioni”. Un adattamento che si estende anche al tabellone, tutt’altro che semplice: possibili incroci con Jelena Ostapenko (sei vittorie su sei contro la polacca), Jasmine Paolini e la numero uno del mondo Aryna Sabalenka, candidata a una semifinale da sogno.
In questo percorso di riscoperta personale e sportiva, non manca un riferimento speciale: Rafael Nadal, l’indiscusso re di Parigi. Swiatek non ha nascosto il desiderio di partecipare alla sua cerimonia d’addio: “Mi piacerebbe esserci. Dobbiamo tutti celebrare Rafa e ciò che ha fatto per il nostro sport. Di sicuro piangerò”, ha detto con un sorriso che tradisce emozione sincera.
Swiatek si specchia in Nadal non solo per i successi sulla terra, ma per quella mentalità da combattente, quella fame di crescita continua, anche quando si è già in cima. È questa la lezione che oggi più che mai vuole applicare: migliorarsi, nonostante tutto.
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