La seconda carriera di Belinda Bencic

La vittoria a Dubai di Belinda Bencic segna il suo ritorno ad altissimi livelli: è da qui che la seconda carriera della svizzera può ripartire.

Poche, pochissime giocatrici dell’età di Belinda Bencic possono affermare di aver già vissuto due carriere. Top 100 a 16 anni e top 10 a 18 anni, la svizzera è un fenomeno di precocità che non ha retto a lungo, sia per problemi fisici che per ovvie difficoltà nella gestione della pressione.
Nella famosa estate del 2015, Belinda sembrava pronta ad entrare definitivamente tra le top players: finale a s-‘Hertogenbosch, vittoria a Eastbourne fino ad arrivare alla clamorosa vittoria di Toronto, in cui riuscì a battere tenniste del calibro di Bouchard, Wozniacki, Lisicki, Ivanovic, Serena Williams e Simona Halep.
Belinda Bencic ha sempre mostrato di possedere un talento ed un bagaglio tecnico di tutto rispetto: un buon servizio con una seconda palla da migliorare, un rovescio incredibilmente naturale ed efficace, più costruito invece il dritto, che ogni tanto può darle qualche problema. È da fondocampo che si nota l’influenza che Martina Hingis ha avuto su di lei. La capacità di disegnare il campo, di variare e di contrattaccare è quello che la rende superiore a molte sue avversarie, soprattutto a coloro che prediligono un gioco fatto più di potenza e meno di tattica.
Affinché Bencic ottenga i suoi migliori risultati servono una grande condizione fisica e mentale, quelle che nelle ultime due stagioni sono mancate. Tanti infortuni, operazioni con conseguenti cali di fiducia e perdita di ritmo partita.

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Nel settembre 2017, ad appena un anno e mezzo dal suo best ranking, Belinda ha visto la sua classifica precipitare fino alla 320esima posizione a causa di 6 mesi di inattività. In sole 12 settimane, grazie ai tornei ITF, è riuscita a tornare in top 80. Mentre molte giocatrici faticano a trovare la giusta motivazione nei tornei del circuito minore, Bencic, al contrario, si è sentita suo agio. Nessuna telecamera, pochi spettatori e poca pressione le hanno permesso di tornare a giocare tornei più consoni al suo livello, ma è proprio in quel momento che le cose si sono complicate nuovamente.
Le poche vittorie ottenute hanno bloccato la sua scalata nel ranking, tant’è che fino alla prima metà del 2018 è rimasto invariato.
Solo nel finale della scorsa stagione ha ritrovato la giusta condizione psicofisica, ancora una volta nei tornei ITF e nell’International del Lussemburgo, in cui ha perso in finale da Julia Goerges.
Il 2019, se si esclude la semifinale ad Hobart, non era iniziato nel migliore dei modi. Già nel weekend di Fed Cup, però, abbiamo visto una Bencic in grandissimo stato, molto simile a quella ammirata a Dubai.

In uno dei tornei più ricchi e prestigiosi del circuito, la giovane svizzera è riuscita a rimettere insieme tutti i pezzi del suo gioco con una grande dose di coraggio e freddezza in più. Vittoria impegnativa su Hradecka al primo turno, dominio su Voegele al secondo, 6 match point salvati ad Aryna Sabalenka, vittoria in rimonta su Simona Halep e altra vittoria al tie-break del terzo set contro Elina Svitolina. Dopo aver battuto avversarie di gran livello in match così lottati, il titolo non poteva che andare a lei, battendo un’altra top player come Petra Kvitova.
Bencic adesso è nuovamente alle soglie della top 20, il suo ranking più alto in quasi tre anni. Se il fisico la aiuterà, potremo dire di aver ritrovato definitivamente una grande campionessa.

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