L’arte di denigrare una campionessa

Gli italiani, come pochi al mondo, amano criticare i propri atleti in qualsiasi tipo di sport. Per quanto riguarda il tennis, Sara Errani è sicuramente una delle giocatrici meno apprezzate.
Il suo gioco basato sulla difesa e sul contrattacco può non piacere, così come altri possono invece non amare il gioco basato solo sulla potenza. L’errore sta però nelle critiche infondate. Quando si inizia a mettere in dubbio le capacità tecniche di una giocatrice, c’è il rischio altissimo di fare brutte figure soprattutto quando i risultati e le statistiche parlano sole. Non solo critiche ma anche insulti che arrivano da persone che probabilmente non hanno mai preso una racchetta in mano e che si concedono il lusso di contestare le qualità di una giocatrice.

I NUMERI CONTRO OGNI CRITICA – Probabilmente chi attacca Sara Errani ignora tutti i risultati ottenuti in carriera dalla romagnola. Partiamo da quel famoso 2012 che ha visto Sara entrare tra le migliori. Agli Australian Open raggiunge i suoi primi quarti di finale a livello slam, perdendo solo da una certa Petra Kvitova, non una giocatrice qualunque.

Proseguiamo in ordine cronologico: nelle settimane a seguire Sara raggiunge la semifinale a Monterrey, vince ad Acapulco in finale su Flavia Pennetta. Sulla terra rossa vince consecutivamente a Barcelona e Budapest, mentre perde a Roma da Samantha Stosur.
Arriviamo poi al magico Roland Garros 2012: vittorie in sequenza su giocatrici come Ana Ivanovic (ex numero uno e vincitrice del Roland Garros 2008), Svetlana Kuznetsova (ex numero due e due volte campionessa slam), Angelique Kerber e Samantha Stosur.
Qui iniziano a crollare i muri di critiche degli haters: come può una giocatrice ritenuta “pallettara” battere giocatrici del genere?

Sara Errani al Roland Garros 2012.
Sara Errani al Roland Garros 2012.


SARA E LA “FORTUNA” NEI SORTEGGI – 
Come si evince dai nomi elencati precedentemente, per raggiungere la sua prima e unica finale slam la romagnola ha dovuto battere due top 10 e campionesse slam. Eppure c’è chi ha da ridire anche su questo, parlando di “fortuna” nei sorteggi. Negli anni in cui Sara è stata al vertice, la top 10 era composta da giocatrici del calibro di Williams, Azarenka, Sharapova, Li, Kvitova, Kerber, Wozniacki e Radwanska. Per far parte di questo gruppo sicuramente Sara è andata ben oltre la buona sorte, che è di tanto in tanto presente nella carriera di ogni atleta ma che non giustifica traguardi di tale spessore.

Sara Errani ha ricevuto anche l’appellativo di “terraiola”, che induce a pensare che sia semplicemente una giocatrice da terra rossa, ma la sua carriera dice ben altro. Nello stesso anno raggiunge la semifinale agli US Open, torneo in cui la superficie risulta essere cemento. Nello stesso torneo Sara ha anche raggiunto i quarti di finale nel 2014, mostrando quindi di essere competitiva anche sui campi veloci.
L’unica superficie in cui Sara ha sempre avuto difficoltà è l’erba, vantando comunque un terzo turno a Wimbledon nel 2012.

I RISULTATI PIÙ IMPORTANTI – Oltre ai 9 tornei vinti in carriera, Sara ha ottenuto altri piazzamenti degni di nota.
Errani è diventata la prima e attualmente unica azzurra a raggiungere i quarti di finale ad Indian Wells, Miami, Madrid e Pechino, vale a dire tutti i Premier Mandatory (i tornei WTA più importanti, dopo gli slam). Una semifinale e una finale agli Internazionali BNL d’Italia, arrendendosi solo ad Azarenka e Williams. Finale al torneo di Parigi indoor, adesso cancellato dal circuito; una semifinale a Stoccarda e alla Rogers Cup, ed infine il risultato più recente: la prima vittoria a livello Premier a Dubai.

Sara Errani dopo la vittoria a Dubai 2016.

NON SOLO SINGOLO –  Pochissime giocatrici ai vertici della classifica in singolo si dedicano al doppio, ma Sara è riuscita a conciliare le due discipline in maniera ottimale. Non accontentandosi del best ranking al numero 5 in singolo, la bolognese si è spinta fino al primo posto in doppio con la connazionale Vinci, vincendo 5 slam e completando il Career Grand Slam. Anche in questo caso, i leoni da tastiera non potevano che dare merito solamente a Roberta Vinci ignorando il fatto che in doppio, come dice la parola stessa, si vince e si perde in due.
Dopo la separazione con la tarantina però, Sara ha continuato ad ottenere ottimi risultati anche con altre compagne: semifinale agli US Open con Flavia Pennetta, ad Indian Wells con Oksana Kalashnikova e a Dubai con Carla Suárez Navarro, con cui ha fatto finale a Doha.  Negli ultimi mesi ha anche vinto consecutivamente Tianjin ed Auckland con Irina Camelia Begu e Bibiane Schoofs, arrivando a quota 27 titoli.

LA FASE DI CALO – Come avviene a tutte le giocatrici, dopo un lungo periodo ad alti livelli arriva una fase di calo, a cui si è aggiunta la squalifica per doping di cui si è parlato già tanto. Nelle ultime settimane Sara, però, sembra essere tornata ad alti livelli nonostante il ranking dica altro. Dal weekend di Fed Cup contro la Spagna, Sara ha vinto 6 partite consecutivamente (battendo anche Suarez Navarro, Sabalenka, Pera, Tsurenko), perdendo solamente da una Angelique Kerber tornata ai livelli del 2016.

Per il bene di Errani stessa e del tennis italiano, sarebbe fondamentale ritrovare una giocatrice di alti livelli, e in attesa che arrivino le giovani azzurre l’Italia punta su Sara. Nessuno pretende che Sara torni in top 10 o che vinca slam, ma non è certamente una giocatrice che merita di stare fuori dalla top 100 e avrà la possibilità di mostrarlo.

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