Signori e signore ci siamo, via gli indugi, sia dato fuoco alle fiamme, è giunto il tempo dello Slam, il gioco finalmente si fa duro e i duri iniziano a giocare, o meglio una domanda ci attanaglia: le dure questa volta inizieranno davvero a giocare?
La nostra riflessione del giorno prende il via dall’enorme numero di tenniste colpite in questo periodo da infortuni o malattie varie, ci siamo chiesti: si tratta di semplice sfortuna, pretattica come ha lasciato recentemente intendere la nostra Sarita o qualcosa di ampiamente prevedibile e nello stesso tempo evitabile?
La lista delle “cagionevoli” è lunga e corposa: si parte dalla numero uno del mondo Serena Williams. Serena la scorsa settimana ha fatto una breve, brevissima comparsata alla Hopman Cup, prontamente stoppata da un ritiro a causa del riacutizzarsi di un vecchio infortunio. Se si escludono questi pochi minuti, è dall’ormai noto 11 settembre che non la vediamo giocare in un torneo Wta, ovviamente la cosa non può che destare dubbi;
Simona Halep, numero due del mondo, sta attualmente giocando a Sidney, tuttavia senza brillare, ricordiamo inoltre che la settimana scorsa si è ritirata dal torneo di Brisbane a causa di un’infiammazione al Tendine d’Achille; la numero 3, Garbine Muguruza a Brisbane si è ritirata all’esordio per un fastidio al piede;
la numero 4 Radwanska si è invece ritirata da Sidney per un dolore alla gamba; la numero 5 Maria Sharapova sempre a Brisbane ha accusato dolori all’avambraccio optando dunque per un ritiro precauzionale; Petra Kvitova e Angelique Kerber sono state colpite da gastroenterite, mentre Lucie Safarova sarà costretta a saltare Melbourne a causa di problemi legati ad una infezione batterica; se a questa lista aggiungiamo Flavia Pennetta che ha deciso di appendere la racchetta al chiodo e Venus Williams, sconfitta all’esordio ad Auckland ed apparsa alquanto appannata, all’interno della top 10 possiamo dire che è scoppiata un’epidemia.
A questo punto, le spiegazioni possono essere di tre tipi: soprannaturali, tutta colpa della sfortuna; furbe, semplice pretattica; oppure duvute al “caro” vecchio problema del logoramento, il numero dei tornei e l’impegno richiesto alle giocatrici aumenta sempre più e queste potrebbero esserne le conseguenze.
Steve Simon, nuovo CEO della WTA a tal riguardo ha già promesso “cambiamenti fondamentali” al calendario, considerato a suo avviso troppo impegnativo e causa principale della valanga di infortuni e ritiri che affliggono la WTA. Dello stesso avviso è anche la leggenda Martina Navratilova, la quale ha dichiarato “Il numero degli infortuni è ancora troppo alto. Bisogna pensare a lungo termine, è bello avere tanti tornei, ma se alla fine della giornata non hai abbastanza tenniste, questo è un problema”. E voi per quale opzione propendete?
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