Maria Sharapova presenta il suo libro: “Io e Serena non siamo amiche”

In esclusiva, grazie all'anteprima del New York Times, molti estratti di "Unstoppable", la biografia della tennista russa: quante parole al veleno per la Williams...

La prima significativa vittoria di Maria Sharapova nel tennis professionistico è stata quella a Wimbledon nel 2004, in finale contro Serena Williams. Negli anni successivi, nei match fra le due non c’è stata storia: l’americana ha vinto gli ultimi 18 scontri diretti. Grazie all’anteprima avuta dal NY Times dell’autobiografia della russa, possiamo riportare qualche estratto.

Nel suo nuovo libro Unstoppable: My Life So Far, Maria Sharapova parla nel dettaglio della Williams e spesso lo fa in maniera antagonistica: la vede come una acerrima rivale e anche molto di più. Molti tennisti scrivono autobiografie, pochi parlano così, senza peli sulla lingua, di uno specifico avversario. Il libro verrà rilasciato giovedì 17 settembre e, sebbene sia incentrato sulla sua vita tennistica, iniziata dalla fuga in Florida all’età di 6 anni, si percepisce quanto la sua posizione contro Serena Williams sia forte.

Quando Sharapova aveva 12 anni, Serena e Venus Williams andarono ad un allenamento aperto all’accademia in Florida dove la russa giocava ogni giorno. Mentre molti arrivarono per guardare, Sharapova non volle dare la soddisfazione alle sorelle di farsi vedere sugli spalti, anche se loro non avevano idea di chi fosse. “Non mi sono mai messa nella posizione di venerarle, guardarle, essere loro fan” – scrive Maria.

Invece, il papà trovò un luogo nascosto da cui vederle, dietro un cespuglio, nascosto da tutti. Ma lei insiste, e scrive: “Avrei potuto vederle da qualche buco, solo io, da sola, nel buio, ad assistere ai futuri vent’anni della mia vita. L’immagine delle sorelle Williams sarebbe diventata iconica e sembrava funzionare. Sono una forza: ragazze alte in completi da tennis bianchi, con sorrisi smaglianti, piercings e uno sguardo concentrato.” Sharapova ha incontrato la Williams tre anni dopo, nel 2002, al ballo dei campioni di Wimbledon: lei si è sentita come costretta a sedersi, mentre tutti si sono alzati ad omaggiare l’ingresso della campionessa:

“Volevo alzarmi, ma il mio corpo non mi ha lasciato. Era come se fossi bloccata in quella sedia, osservando Serena in mezzo alla gente, con un unico pensiero nella mia testa: sto venendo a prenderti.”

Sharapova ha giocato contro la Williams per la prima volta a Miami nel 2004: “Mi sentivo bene, ‘finalmente’ mi sono detta. Stavo ruotando attorno a lei da anni. Non è come la vediamo in TV, la sua presenza è molto più imponente e grande. Ha delle braccia e delle gambe spesse e il suo corpo ti mette paura. Ed è alta, molto alta.” E pensare che Maria è alta almeno 10 centimetri più di Serena.

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Ho guardato oltre la rete e non ci credevo, era proprio lì: fa molto più effetto degli altri giocatori, è tutto l’insieme. La sua presenza, la sua confidenza, la sua personalità. Sembrava molto più vecchia di me a Miami. Ciò accadeva poco prima che compissi 17 anni, lei era una donna con molta esperienza, la migliore giocatrice del mondo. Ancora oggi si sente questo e ancora oggi mi fa sentire come se fossi una bambina.” Le stesse cose dice di Lindsay Davenport, ricordando la vittoria contro di lei nella semifinale di Wimbledon del 2004: “Ero sopraffatta, mi sembrava imbattibile. Lei era una donna, io una bambina. Lei era grande, io ero piccola.

Ma Davenport, contro cui Sharapova ha un record a favore di 5 vittorie a una, non è una preoccupazione per lei. Nemmeno Venus Williams, contro cui ha vinto tre volte e perso tre. E’ Serena che continua a far sentire sminuita Maria. “Di fronte a lei sei un intoppo, sei zero. Molti grandi giocatori hanno questa mentalità, ma Serena molto di più” Sharapova vinse quel match contro la Williams, ma le conseguenze – dice lei – le ha pagate in ogni match successivo tra loro due. A quanto dice Maria, Serena pianse molto nello spogliatoio dopo la partita e in lei nacque un fortissimo desiderio di sconfiggerla in futuro.

Era un pianto gutturale, lo stesso di quando ti manca il respiro, di quando sei spaventato. Continuava. Sono uscita più velocemente possibile, ma lei sapeva che ero lì. La gente spesso si chiede perchè io abbia così tanti problemi a battere Serena; mi ha dominato negli ultimi dieci anni, mi ha battuto 19 volte su 21. Spesso si parla della sua forza, il suo servizio, la sua testa, di quanto il suo gioco si adatti al mio e, sicuramente, c’è molto di tutto ciò; ma per me, la vera risposta era lì, in quello spogliatoio dove io mi stavo cambiando e lei si stava disperando. Penso che Serena mi abbia odiato per essere stata la ragazza magrolina che l’ha battuta, contro ogni pronostico, a Wimbledon.

L’agente della Williams, Jill Smoller, non ha risposto. Contrariamente, nella sua autobiografia di metà carriera On The Line, Serena ha parlato poco e niente delle sue rivali. Giusto qualche menzione a Justine Henin, la bestia nera di una buona parte della sua carriera e colei che l’ha eliminata in tre quarti di finale Slam consecutivi nel 2007.

Sharapova ha omesso molti eventi significativi della loro relazione dentro e fuori dal campo, come il 6-1 6-2 preso nel 2007 in finale agli Australian Open, o la guerra di parole del 2013, in cui a Wimbledon vennero fuori frecciate pubbliche di entrambe, con riferimenti anche alla vita personale. La russa, tuttavia, non nasconde il fascino verso la donna che ha contraddistinto una grande parte della sua carriera:

Serena e io dovremmo essere amiche: ci piacciono le stesse cose, abbiamo la stessa passione. Solo in pochi sanno ciò che sappiamo noi, come ci si sente nel tunnel di questa battaglia, la paura e la rabbia che ti guidano, com’è vincere e com’è perdere. Ma non siamo amiche. Non del tutto. Penso che, in qualche modo, ci siamo guidate a vicenda. Forse è meglio questo che essere amiche. Forse è ciò che serve per accendere la rabbia. Solo quando hai un antagonismo così intenso riesci a trovare la forza di esaurirla. Ma chi lo sa? Un giorno, quando tutto ciò apparterrà al nostro passato, forse diventeremo amiche. O no. Non si può mai dire.

0 comments
  1. Siamo certi della onestà sportiva delle sorelle Williams che alla fine mia personale opinione si sono e si trincereranno dietro a presunti problemi fisici? Ora la Sharapova assodato che abbia sbagliato ma siamo certi sulla limpidezza delle altre e di Serena? Lo score è appannaggio della Williams certo ma quanto le brucia la sconfitta di Wimbledon per mano della ragazzina Maria, non lo riuscirà mai a sopportare e non esistono vittorie a compensare questa onta. C’mon Maria.

  2. Sportività zero con e senza Meldonium. Basta confrontare le dichiarazioni di questa antipatica con quelle di Federer o Nadal, mai una caduta di stile o una parola scortese verso un avversario anzi amicizia fra rivali o comunque apprezzamento per le loro vittorie e capacità. Nessuno dovrebbe comprarlo e la pubblicazione giova solo a lei, non essendo un esempio e non trasmettendo valori compatibili con lo sport ma semmai con il mercato e la finanza

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