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Monica Puig: un barlume di speranza

Tutti ce la ricordiamo nell’Agosto dello scorso anno, quando, visibilmente più che emozionata, esibiva al collo la medaglia d’oro conquistata ai giochi olimpici di Rio de Janeiro, prima nella storia sportiva del suo paese. Quella vittoria se l’era guadagnata in maniera a dir poco clamorosa, sciorinando un grande tennis per tutto il corso del torneo, che l’aveva portata a fare scalpi così importanti, in un evento tanto prestigioso: Petra Kvitova, Garbine Muguruza ed Angelique Kerber erano state soltanto alcune delle sue vittime, le più illustri, giocatrici contro le quali, forse, mai nessuno avrebbe scommesso di vederla vincitrice. Stiamo parlando di Monica Puig. Se è opinione piuttosto comune che una medaglia olimpica verrebbe facilmente barattata con un alloro slam dal 99% dei tennisti in circolazione, è anche vero che è altrettanto speciale trionfare scrivendo pagine della storia sportiva di Portorico, un piccolo paese che mai si era issato così in alto. Da quell’episodio, in molti si sarebbero aspettati enormi passi avanti da lei, ma così non è stato. Col passare del tempo, quell’alone di anonimia che le aveva concesso di raggiungere risultati sporadici, l’ha di nuovo riagguantata fra le sue braccia.

GLI ESORDI – Monica Puig nasce a San Juan, il 27 Settembre del 1993. Ha iniziato a prendere la racchetta in mano grazie alla madre Astrid, che le ha tramandato l’amore per questo sport. Dopo aver ottenuto ottimi risultati a livello giovanile, anni durante i quali ha raggiunto due finali slam junior e la seconda posizione mondiale, si affaccia sul mondo del professionismo qualche anno dopo, conquistando 6 titoli ITF. Il primo ed unico titolo wta se lo aggiudica nel 2014, al torneo di Strasburgo.

Raggiunge la 27 esima posizione (suo attuale best ranking) nel Settembre del 2016. I suoi migliori piazzamenti slam sono stati due terzi turni a Melbourne (2016) e Parigi (2013-2016), un secondo turno agli Us Open (2014) e gli ottavi di finale a Wimbledon (2013).  Esprime un gioco fluido e potente, che riesce ad esaltare maggiormente sulle superfici più rapide, malgrado ben si adatti anche alla terra rossa.

UN VENTO DI SPERANZA – La poca continuità di risultati, accompagnata però da una tempra da vera agonista, l’hanno portata ad ottenere ben pochi acuti dopo il grandissimo successo brasiliano. In quest’anno forse si è parlato di lei soprattutto per il sodalizio con Maria Sharapova, con la quale si è impegnata per la raccolta fondi rivolta alle vittime dell’alluvione che ha compito la sua terra. Malgrado le tante difficoltà, dopo un lungo periodo di digiuno, la giovane tennista portoricana è riuscita a mettere in campo un ottimo tennis in Lussemburgo.

Nel torneo conclusosi da pochi giorni,  durante il quale ha raggiunto la finale, si è arresa difronte alla tedesca Carina Witthoeft, col punteggio di 6-3 7-5. Attualmente occupa la 58 esima piazza mondiale. La prossima settimana guadagnerà qualche posizione in classifica. Chissà che questa settimana possa regalarle nuovi stimoli e fiducia, portandola di nuovo alla ribalta nella nuova stagione.

Antonio Spanò

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