Nel cuore del Manolo Santana, sotto una pioggia insistente e tra folate di vento traditrici, Aryna Sabalenka ha scritto un nuovo capitolo della sua carriera da numero uno mondiale. La tennista bielorussa ha superato Marta Kostyuk in un match intenso e combattuto, conquistando l’ultimo posto disponibile per le semifinali del Mutua Madrid Open 2025. Più di due ore di battaglia, tra colpi di scena e un clima quasi surreale, hanno messo alla prova non solo la sua tecnica, ma soprattutto la sua tenuta mentale.
Una battaglia contro tutto: pioggia, vento e tensione
Il match tra Sabalenka e Kostyuk è stato ben più di una semplice partita di tennis. In campo si è visto un confronto tra due atlete al massimo della concentrazione, ma anche un duello tra caratteri forti e approcci emotivi opposti. Kostyuk ha messo in campo una versione brillante di sé, cercando in tutti i modi di approfittare delle condizioni complicate per mettere in difficoltà la più quotata avversaria.
Dall’altra parte della rete, Sabalenka ha risposto con la determinazione delle grandi campionesse, resistendo a ogni assalto. Fondamentale, secondo lei, è stata proprio la gestione delle emozioni: “Sono molto orgogliosa di come ho controllato me stessa. Non era una questione di tennis, ma di forza mentale. In certe condizioni, chiunque può vincere: è il modo in cui ti gestisci che fa la differenza”, ha dichiarato a fine match.
Il momento della discordia: Sabalenka si ferma e scoppia la polemica
Uno dei momenti più discussi è arrivato nel tiebreak del primo set. Con il punteggio sul 4-5, la pioggia è iniziata a cadere più fitta, ma l’arbitro ha deciso di proseguire il gioco. Sabalenka, però, ha fatto una scelta diversa: ha provato a servire, ha sbagliato il primo servizio e poi si è diretta verso la panchina, mettendo via le racchette e chiedendo la sospensione del gioco.
Un gesto che ha fatto infuriare Kostyuk, ma che Sabalenka ha spiegato senza mezzi termini: “Dio mio, servire sotto la pioggia era impossibile. Quando lanciavo la palla, mi finiva tutta l’acqua negli occhi. Ho pensato: ‘Se continuo, farò un doppio fallo’. Così ho deciso di fermarmi”. Una scelta controversa, certo, ma anche emblematica del suo istinto competitivo: proteggere ogni punto, anche a costo di sfidare le decisioni arbitrali.
Uno spirito da campionessa: rispetto e concentrazione
Nonostante le difficoltà e le tensioni, Sabalenka ha mostrato ancora una volta perché è una delle giocatrici più temute del circuito. Ha saputo soffrire, adattarsi, e soprattutto restare lucida nei momenti decisivi. Un approccio che lei stessa riassume così: “Ogni volta che scendo in campo penso solo a lottare per ogni punto. Rispetto ogni avversaria, perché tutte possono mettere in difficoltà. Per questo cerco di portare il mio miglior tennis e il mio spirito più combattivo”.
Ora ad attenderla c’è Elina Svitolina, nell’ultima semifinale del torneo. Ma dopo una prova così, Sabalenka si presenta con rinnovata fiducia e con un messaggio chiaro: quando le condizioni diventano estreme, emerge la vera forza di una campionessa.